JovankaBellaCiao

In migliaia ai funerali di Jovanka, sulle note di “Bella ciao” – 28ott13

Sulle note di “O bella ciao” e in un’atmosfera di forte nostalgia per l’ex Jugoslavia comunista, la vedova del Maresciallo Tito, Jovanka Broz, è stata sepolta oggi a Belgrado nel Mausoleo alla Casa dei Fiori, dove dal 1980 riposa il defunto leader jugoslavo. La vedova di Tito era morta domenica scorsa a quasi 89 anni per una crisi cardiaca.

Alcune migliaia di persone – fra le quali numerosi ex partigiani e gente comune giunta dalle altre repubbliche ex jugoslave – hanno partecipato alla solenne cerimonia funebre in memoria di quella che fu la First Lady della potente e florida Jugoslavia di Tito.

Alla vedova del Maresciallo, che a soli 17 anni si era unita ai partigiani jugoslavi, sono stati resi gli onori militari, come a voler riparare il torto subito in vita da Jovanka, costretta a vivere per oltre trent’anni in totale isolamento per le accuse di un presunto complotto ai danni del marito.

“Oggi ci congediamo dall’ultima icona dell’ex Jugoslavia”, ha detto in un breve intervento il premier serbo Ivica Dacic, che ha ammesso gli errori e l’ingiustizia subita dalla vedova di Tito. “Oggi è tempo di riconoscere che abbiamo commesso un peccato nei confronti di Jovanka e nei confronti della nostra stessa storia. Dimenticandoci di Jovanka Broz ci siamo dimenticati di noi stessi”.

“Riposa in pace accanto all’uomo al quale hai dedicato la tua vita e dal quale ti separarono con la forza e con l’ingiustizia”, ha concluso il premier serbo secondo il quale l’addio a Jovanka Broz è anche l’addio definitivo all’epoca di Tito.

Coperta dai sospetti sin dagli ultimi anni di vita del Maresciallo, subito dopo la morte del marito, il 4 maggio 1980, a Jovanka fu ordinato di lasciare la residenza presidenziale a Belgrado, e da allora la First Lady perse tutto quello che aveva (proprietà, passaporto, possibilità di circolare liberamente), e fu obbligata a vivere in totale isolamento. Solo nel 2006 il governo serbo cominciò a cambiare posizione nei suoi confronti: ottenne il riscaldamento in casa, una pensione speciale e nel 2009 le venne restituito il passaporto.

sda-ats su www.swissinfo.ch 26 ottobre 2013

 

 

 

Le esequie di Jovanka broz (foto Il Piccolo)

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