Il Viaggio del Ricordo degli studenti vincitori del concorso della Regione Lombardia

Un viaggio carico di emozioni attraverso la storia del confine orientale. Immagini di vite vissute, di terre abbandonate, di oggetti a perenne memoria custodiscono gelosamente luoghi simbolo di dolore e distacco ma anche di amore profondo. È in questo contesto che la regione Lombardia ha organizzato un viaggio premio per il concorso “Il sacrificio degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli”, portando le scuole vincitrici lungo un itinerario che ha toccato tappe significative della nostra storia.

Il primo giorno, il gruppo ha visitato Redipuglia e le trincee della Prima guerra mondiale. Qui i ragazzi hanno potuto rivivere i momenti cruciali del conflitto. Le trincee, con il loro silenzio immobile, hanno suscitato un misto di meraviglia e riflessione. Il rispetto per i caduti e la consapevolezza delle sofferenze patite al fronte hanno lasciato un segno profondo nei giovani partecipanti.

La visita è poi proseguita al castello di Duino, affacciato sul mare Adriatico. Le sue mura secolari raccontano storie di battaglie e amori, e hanno offerto una pausa contemplativa in mezzo a tanta intensità emotiva.

Infine, la visita guidata alla città di Trieste ha concluso la giornata.

Il secondo giorno è stato dedicato al Monumento Nazionale della foiba di Basovizza, dove la memoria delle vittime delle violenze del dopoguerra è palpabile. I ragazzi, in rispettoso silenzio, hanno ascoltato le testimonianze e riflettuto sulla brutalità che ha segnato quel periodo storico. È stato un momento di grande impatto emotivo, che ha contribuito a far comprendere loro l’importanza del ricordo e della giustizia.

Successivamente, il centro raccolta profughi di Padriciano ha mostrato un altro volto del dramma istriano e dalmata. I ragazzi hanno potuto toccare con mano le difficoltà e le sofferenze degli esuli, ascoltando storie di vite spezzate e di famiglie costrette ad abbandonare tutto. Il dolore e l’impotenza di fronte alle atrocità umane si sono fatti sentire ancora più forti, con il cielo grigio che incombeva come un monito silenzioso.

La visita è proseguita al Magazzino 18 (oggi 26 come allestimento museale), un luogo che raccoglie e conserva gli oggetti e le vettovaglie lasciati dagli esuli. Ogni pezzo esposto parla di una vita interrotta, di una casa abbandonata, di un mondo perduto. Gli occhi sgranati dei ragazzi, increduli davanti a tanto dolore, hanno ascoltato con rispetto i racconti di chi ha vissuto quell’esperienza. Ogni oggetto, ogni fotografia, ogni testimonianza ha contribuito a creare un ponte emotivo tra il passato e il presente.

Infine, la Risiera di San Sabba ha chiuso, il terzo giorno, il cerchio di questo viaggio nella memoria. Un luogo di morte e sofferenza, dove il silenzio è rotto solo dai racconti delle atrocità commesse. I ragazzi, ammutoliti, hanno camminato nei luoghi che hanno visto l’orrore del genocidio, portando con sé un ricordo indelebile di ciò che è stato. Pochi anni dopo quel luogo di dolore avrebbe ospitato nuove sofferenze, diventando un Campo profughi che accolse non solo giuliano-dalmati ma anche fuggiaschi dalle dittature comuniste dell’Europa orientale.

L’organizzazione del viaggio è stata eccellente, garantendo un’esperienza educativa di altissimo valore. Ogni tappa è stata curata nei minimi dettagli, permettendo ai partecipanti di comprendere appieno l’importanza della memoria storica. Questo viaggio non è stato solo un premio, ma un’opportunità unica per toccare con mano la storia, per riflettere sui valori della pace e della giustizia, e per costruire un futuro migliore, fondato sulla conoscenza e sul rispetto del passato.

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