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Il ruolo italiano nei rapporti Croazia-Italia (Voce del Popolo 07 set)

POLA – “La Comunità nazionale italiana ha oggi il piacere di salutare la premier Jadranka Kosor che ha voluto incontrare l’Unione Italiana, e dunque la nostra comunità nazionale intera, qui a Pola, una città che parla croato e italiano. Un gesto, signora Kosor, che apprezziamo e del quale ci sentiamo onorati”: sono le sentite parole di Furio Radin, presidente dell’UI, pronunciate nella sede della Comunità degli Italiani di Pola, in una circostanza senza precedenti sia per la CNI sia per la Comunità polese. Per la prima volta si è presentata l’opportunità di accogliere e far accomodare nell’anzidetta sede un presidente del governo della Repubblica di Croazia, giunto accompagnato da alti rappresentanti dello Stato.

Dopo la visita al neocostruito complesso scolastico di Montegrande, c’è stata, dunque, l’importante tappa alla CI. Dapprima c’è stato un incontro a porte chiuse con i vertici dell’UI e, poi, si è dato vita a un contatto cordiale e diretto, tra tante calorose strette di mano con i rappresentanti delle istituzioni della Comunità, che hanno gremito la sala polivalente del sodalizio.

IL BENVENUTO Il primo solenne benvenuto agli illustri invitati e ospiti è stato formulato dal presidente della Comunità degli Italiani di Pola, Fabrizio Radin. Saluto in primis alla premier Jadranka Kosor, al ministro della Scienza, dell’Istruzione e dello Sport, Radovan Fuchs, quindi al presidente della Regione Istriana, Ivan Jakovčić, al sindaco di Pola, Boris Miletić, all’ambasciatore della Repubblica d’Italia in Croazia, Alessandro Pignatti Morano di Custoza, al console generale d’Italia a Fiume, Fulvio Rustico, nonché ai massimi dirigenti dell’Unione Italiana e dell’Università Popolare di Trieste, ai rappresentanti delle Comunità degli italiani e di tutte le istituzioni minoritarie che operano a favore della CNI nella Repubblica di Croazia e di Slovenia.

A Fabrizio Radin l’occasione di esibire alla premier la visit card della Comunità di Pola, fondata 63 anni fa e con oggi affiliati quasi 4.500 soci, associazione rappresentativa in missione speciale, tesa alla conservazione e allo sviluppo dell’identità linguistico-culturale italiana sul territorio, parte integrante dello stesso, al servizio dei bisogni culturali dei propri appartenenti, aperta alle sollecitazioni della realtà che la circonda. Non si è mancato di evidenziare il lodevole grado di tutela dei diritti minoritari e l’alta rappresentanza degli italiani nella Città di Pola, il soddisfacente livello raggiunto di organizzazione della verticale scolastica italiana, cui si aggiunge la sezione d’asilo appena inaugurata nel complesso di Montegrande.

IN ISTRIA GLI ITALIANI NON SI SENTONO MINORANZA La parola, quindi, a Furio Radin, che nel sottolineare la dimensione multiculturale della Città di Pola ha evidenziato anche la multiculturalità di un più esteso territorio di cui è testimone la presenza in sala di italiani dell’Istria, di Fiume, ma anche delle isole del Quarnerino, della Dalmazia senza trascurare l’esistenza dell’isola nazionale italiana anche in Slavonia. Il presidente dell’UI ha menzionato i tanti altri che non hanno voluto mancare all’incontro d’eccezione: i rappresentanti della CNI di Slovenia, della diplomazia italiana, tra cui viceconsoli onorari, del Comites, dell’UPT, con cui si collabora fruttuosamente da oltre 40 anni come con il mondo degli esuli con i quali si condivide la medesima origine. Con noi, anche le autorità regionali, come posto il risalto da Radin, per dire che in Istria gli italiani non si sentono minoranza, ma componente culturale, fatto che è rivelatorio dei rapporti qui instaurati tra gli istriani.

PASSI DA GIGANTE “Gli italiani apprezzano – così Radin – gli sforzi che il governo croato investe nella tutela e nello sviluppo dei diritti umani e minoritari. Penso che nell’ultimo decennio la Croazia abbia compiuto passi da gigante proprio in detto senso, e che sia entrata nel XXI secolo con l’idea chiara che il futuro debba differenziarsi dalla storia del XX secolo (…) I diritti degli italiani in Croazia hanno vissuto una crescita particolare negli ultimi 5 anni”: e qui si pongono in prima linea tre dati di fatto. Innanzitutto le modifiche alla normativa sulle unità d’autogoverno locale, in relazione all’applicazione del bilinguismo, partita con gli statuti. Quale secondo grosso risultato, i cambiamenti alla Legge costituzionale sulle minoranze nazionali che hanno condotto alla discriminazione positiva nelle elezioni, obiettivo per il quale proprio la CNI si è sempre dimostrata la più battagliera. Terzo, l’osservanza del bilinguismo in quelle dimensioni sociali che esulano dalle competenze dell’autogoverno locale (sportelli bilingui nelle Questure istriane e litoraneo-montane, la decisione di collocare la segnaletica bilingue lungo il percorso della ipsilon istriana).

FIUME, DIRITTI NON ANCORA RICONOSCIUTI L’atmosfera, a giudizio di Furio Radin, è positiva, mentre sarebbero maturate tutte le condizioni per concretizzare fino in fondo l’Accordo sulle minoranze firmato da Italia e Croazia nel 1996, vedi l’articolo 3, che parla di necessità di equiparare i diritti della minoranza italiana su tutto il territorio di residenza. Qui l’esempio di Fiume, dove diritti acquisiti in Istria già da tempo non sono stati ancora riconosciuti, anche se la comunità italiana fiumana è la più numerosa. Infine, si menziona il sistema scolastico italiano in Croazia: ben organizzato, ottima collaborazione con il ministro ed i collaboratori, ma risalta la fragilità del sistema, tanto che la disposizione sugli accorpamenti delle classi può condurre in breve tempo alla chiusura delle scuole, fatto deleterio per una minoranza. Da qui l’appello di Radin di rinunciare alle riduzioni e di riconoscere l’italiano negli esami di maturità liceali quale lingua madre in tutti i suoi aspetti. Un augurio di buona uscita dalla crisi, come conclusione, rivolto a Jadranka Kosor ed a tutti i cittadini di Croazia, anche nel nome del mantenimento dei diritti umani che dipendono direttamente dal benessere materiale.

OTTIMA LA COLLABORAZIONE CON L’UNIONE ITALIANA Microfono ceduto alla premier, in seguito, che ha ricambiato onori e soddisfazioni di essere partecipe a un siffatto incontro. Lode alla presenza attiva di Furio Radin nella coalizione di governo, non solo per quanto concerne i temi delle minoranze nazionali, ma anche in tutte le faccende d’interesse nazionale in momenti di pesante crisi economica. Perentoria Jadranka Kosor nell’asserire che solo l’impegno collettivo, onesto e dignitoso di tutti può aiutare il progresso dello Stato, della Regione Istriana, della Città di Pola. Quanto alla posizione governativa nei confronti delle minoranze, questa è chiara e cristallina: le dimensioni più sensibili e delicate della società vanno senz’altro aiutate e rafforzate quale impegno quotidiano. Giudicata, in questo senso, la collaborazione tra UI e governo “davvero buona” e fruttuosa. Durante il suo mandato – ha detto la premier – abbiamo portato a compimento un importante lavoro di cui all’accordo di coalizione: la modifica della Legge costituzionale al fine di permettere agli appartenenti alle minoranze di esercitare il diritto al doppio voto. Succederà per la prima volta alle elezioni del 2011. Spazio per affermare un’ulteriore collaborazione, ci sarà, a detta della Kosor, e nelle aspettative che il 2012 risulterà migliore, anche i programmi con l’UI potranno realizzarsi fino in fondo. Un grazie particolare è stato rivolto all’ambasciatore della Repubblica d’Italia per il supporto amichevole e sincero nel viaggio della Croazia verso l’integrazione all’UE e all’Italia che non ha mai mancato di manifestare appoggio. La premier ha concluso che i ponti tra Italia e Croazia si stanno rafforzando ininterrottamente e che in questo senso è evidente anche il ruolo dell’Unione Italiana. Un grazie di cuore per quanto si sta facendo.

Furio Radin «I diritti della CNI hanno vissuto una crescita particolare negli ultimi cinque anni. Importanti il doppio voto e il bilinguismo sulla Y»

Arletta Fonio Grubiša

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