Il restauro della chiesetta di San Barnaba di Visinada in mostra a Padova

Il prossimo giovedì 2 novembre alle ore 18:00 ci sarà a Padova l’inaugurazione di una mostra molto significativa sul restauro degli affreschi medievali  della chiesa di San Barnaba di Visinada d’Istria. Il restauro è stato finanziato, oltre che dalla Regione Veneto, da quella Istriana, dal Comune di Visinada, dalla Comunità degli italiani di Visinada stessa, dal Ministero della Cultura croato e dalla parrocchia di san Girolamo del comune istriano.

L’Associazione Xearte ha curato il progetto della la mostra stessa insieme al sindaco di Visinada, Marko Ferenac, e al vicesindaco e presidente della Comunità Italiana, Neda Pilato. La mostra si svolgerà, presso la Porta San Giovanni, dal 2 al 9 novembre.

Ne approfittiamo per ricordare che in Istria c’è un tesoro poco conosciuto costituito dagli affreschi medievali presenti in più di cinquanta chiese, quasi tutte situato nella parte interna. Molti furono ricoperti con calce per motivi sanitari, e solo nel dopo guerra sono stati esaminati con approcci diversi.

Il primo studio sistematico di molti  di questi affreschi si deve a Branko Fučić  (Veglia, Quarnero, 1920 – Fiume 1999) che, dopo aver fatto parte del gruppo di studiosi croati creato da Tito nel 1945 per convincere la Commissione interalleata della slavicità istriana,  si dedicò allo studio e alla divulgazione di queste opere. Allo studioso  si deve anche la scoperta di numerosi affreschi medievali istriani di cui alcune fotografie, in bianco e nero, sono le uniche testimonianze  prima che venissero distrutte da successivi interventi dovuti anche agli insediamenti turistici. Nel 1963 diede alle stampe, in croato, i risultati delle sue ricerche in modo dettagliato e abbastanza preciso in  Istarske freske e nel 1992 in Vincenzo da Castua, opera questa tradotta anche in italiano. Grande spazio fu dedicato dallo studioso agli affreschi di Vermo e Cristoglie di Vincenzo e Giovanni da Castua, giudicati i massimi esponenti del tardo gotico in Istria. Fučić diede molto risalto ad una presunta matrice slava degli affreschi dei centri istriani interni, se non degli esecutori almeno dei committenti.

A partire dai primi anni Settanta, Sergio Bettini (1905-1986), ordinario a Padova di Storia dell’arte medievale, allargò l’orizzonte inquadrando, in un corso accademico, gli affreschi in questione nella complessa fioritura dell’arte europea, dal romanico al gotico, nell’area italiana nord-orientale. Tesi questi ripresa da due allievi di Bettini, Giulio Ghirardi che nel 1972, pubblicò nel 1972  Affreschi istriani del medioevo e da Enrica Cozzi, ordinario  di Storia dell’arte medievale  presso l’Università di Trieste, che diede alle stampe  nel 2016 il lavoro Affreschi medievali in Istria edito da Antiga e dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno che l’ha messo in rete.

E proprio a Visinada si trova l’ultimo ciclo pittorico, scoperto negli anni 70, quello più innovativo, nella chiesa di San Barnaba.  Il toponimo Visinada risale solo all’anno Mille e la zona è sempre stata in maggioranza abitata da autoctoni italiani, fino al secondo dopoguerra.  Gli affreschi, risalenti alla fine del XIV secolo e restaurati solo negli ultimi anni, misurano ben 150 metri quadrati e l’autore, come riconoscono sia Ivan Matejčić nel suo volume sugli affreschi del 2002, che  il Fučić, appartiene a qualche centro artistico evoluto dell’Italia settentrionale.

Nell’inserto “In più Storia”  di settembre 2021 della Voce del Popolo, una lunga intervista  dello studioso Denis Visintin allo storico dell’arte e archeologo istriano  Marino Baldini,  dà conto proprio degli affreschi di Visinada della chiesa di san Barnaba, ampiamente studiati anche dagli altri studiosi già citati. Finalmente i restauri sono terminati e molti particolari sono stati esaminati più attentamente. Di particolare interesse storico sono ritratti che sovrastano la scena dei Peccati capitali. Fra le figure senza aureola, sopra quelle dei santi e profeti, si possono riconoscere figure di letterati e ideologi dell’antichità. Fra questi Marino Baldini ne riconosce alcuni praticamente quasi contemporanei al frescante, cioè Dante e Petrarca, accompagnati dal solito Virgilio. Il che, nella pittura tardo-medievale, influenzata dal primo Umanesimo, non è una rarità, visti anche i prolungati soggiorni dei due massimi poeti italiani nelle regioni nordorientali,

Ci auguriamo che questa mostra apra una finestra anche per coloro che poco o niente sanno non solo di storia politica  dell’Adriatico orientale, ma anche della sua cultura, che fin dalla protostoria ha conosciuto proficui scambi con l’altra sponda, visto la facilità con cui si e da sempre attraversato lo stretto mare.

Eufemia Giulia Budicin
Consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

 

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