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Il raduno di Pola riavvicina gli esuli e i rimasti (Il Piccolo 16 mag)

Gli esuli e quelli che sono rimasti stanno tornando lentamente a essere un’anima sempre più compatta, di qua e di là del confine. E, anche se tra gli esuli c’è sempre qualche voce fuori dal coro, cresce sempre più la comprensione reciproca per le scelte del passato, fino a qualche tempo fa motivo di confronto anche aspro. È un po’ questo lo spirito del 56esimo raduno nazionale degli esuli di Pola che si è concluso, come riferito dal presidente del Libero Comune di Pola in esilio Argeo Benco, con un esito assolutamente positivo.

 

«Il programma del raduno attuato con la Comunità degli italiani, si è svolto come previsto», ha spiegato Benco, compiacendosi anche del positivo atteggiamento delle autorità locali. Questi incontri, ha aggiunto Benco, «servono a smussare i punti che potrebbero ancora dividerci e arrivare a forme di collaborazione sociale e culturale sulla piattaforma dell’amore condiviso per la nostra terra». Sul fronte delle emozioni e dei ricordi tristi, la giornata più intensa è stata quella di sabato scorso quando i circa 150 partecipanti al raduno hanno intrapreso il “Percorso in omaggio alle vittime degli opposti totalitarismi” con tappe a Capodistria, Strugnano, Terli (Comune di Barbana) e Montegrande alle porte di Pola.

 

Il generale Silvio Mazzaroli del Libero Comune di Pola in esilio e Sara Harzarich hanno lanciato una corona di fiori nell’inghiottitoio di Terli. Questa foiba, pur non essendo una delle più note e grandi, riveste un significato particolare per i polesani. Nel novembre del 1943 il maresciallo dei Vigili del fuoco di Pola Arnaldo Harzarich, nonno di Sara, recuperò 26 corpi dalla foiba, di cui 25 identificati. Erano vittime civili, innocenti, tra cui donne e un minorenne, e anche alcuni antifascisti italiani.

 

Tra questi Giacomo Zuccon, il nonno dell’ad della Fiat Sergio Marchionne. Al percorso hanno aderito i vertici dell’Unione italiana e il console generale d’Italia a Fiume Renato Cianfarani. Poi alla Comunità degli italiani di Pola la vicenda dell’esodo è stata vista dagli occhi di due scrittrici che l’hanno vissuta in maniera diametralmente opposta. Stiamo parlando di Anna Maria Mori (esule) e Nelida Milani Kruljac (rimasta),coautrici del romanzo autobiografico “Bora”.

 

(fonte “Il Piccolo” 16 maggio 2012)

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