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Il Piccolo – 171207 – Zagabria chiede la lista dei pescatori italiani

ZAGABRIA Prosegue il braccio di ferro tra Croazia, da una parte, Italia e
Slovenia, dall’altra, concernente la zona ecologica ed ittica in Adriatico,
che Zagabria vorrebbe introdurre a partire dal prossimo primo gennaio.
Alcuni mesi fa, le competenti istituzioni croate hanno chiesto ufficialmente
a Roma e Lubiana di poter ricevere la lista con i nomi dei pescherecci
sloveni e italiani che calano le reti nel contestato braccio di mare (un
totale di 25 mila chilometri quadrati).
Dalle due capitali, così il portavoce del ministero croato dell’Agricoltura,
Foreste e Pesca, non è però giunta alcuna risposta, il che ha stupito non
poco i responsabili del dicastero.
Da qui la decisione di alcuni giornalisti croati di rivolgersi alle
ambasciate italiana e slovena a Zagabria per chiedere lumi su questo
atteggiamento.
Dalla sede diplomatica slovena, scrive il fiumano Novi List, è giunta una
riposta secca: i pescatori sloveni esercitano l’attività alieutica nel mare
aperto, dove sussiste il principio di libera pesca. Per gli sloveni la Zerp
(è così che i croati definiscono la predetta zona) è una cosa che non esiste
affatto e dunque la loro ambasciata non si sente in dovere di fornire alcuna
lista di motopesca, attrezzature, porti di immatricolazione, ecc.
Per quanto attiene l’ambasciata italiana, i giornalisti croati sono stati
invitati a consultare i siti Internet della Commissione europea, in cui si
possono trovare i dati delle flotte di pescherecci dei Paesi appartenenti
all’Europa comunitaria. Stando a questi dati, la flotta italiana dispone di
14 mila pescherecci ed è la seconda per grandezza fra gli Stati comunitari,
dietro a quella greca, che ha 18 mila imbarcazioni.
Stando agli esperti croati, nella Zerp agirebbe un totale di 800 pescherecci
della dirimpettaia Italia. Ben più modesta la flotta del Paese sloveno che
conterebbe circa 200 unità, di cui il 90 per cento costituito da
imbarcazioni di lunghezza non superiore ai 12 metri e dunque abilitate alla
pesca in acque costiere.
Secondo i dati del ministero dell’Agricoltura di Zagabria, i pescherecci
croati toccano quota 3.710. Gli italiani hanno dunque una flotta quattro
volte numericamente superiore a quella croata, mentre se si prendono in
considerazione le attrezzature e la potenza dei motori, la differenza è
ancora più marcata. Infatti, i due terzi dei pescherecci croati sono lunghi
non più di 12 metri e soltanto il 7 per cento superano i 18 metri.
Oggi intanto comincia a Spalato il convegno scientifico di due giorni
dedicato alla zona ittico–ecologica nel mare Adriatico.
Annunciata la partecipazione di esperti di diritto marittimo, biologi
marini, operatori economici ed esponenti politici, che si soffermeranno non
solo sull’applicazione della zona, ma anche su questioni ambientali, come la
fuoriuscita in mare di sostanze inquinanti e lo scarico delle acque di
zavorra. L’appuntamento spalatino rientra nel pluriennale progetto di
collaborazione fra l’Istituto norvegese Fridtjof Nansen.

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