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Il Piccolo – 121207 – Zona ittica: ultimatum UE a Croazia

TRIESTE La Croazia ha tirato troppo la corda ed è finita sulla graticola
dell'Unione europea. Pomo della discordia l'entrata in vigore dal prossimo 1
gennaio della cosiddetta «zona ecologico-ittica» anche per i Paesi Ue (leggi
Italia e Slovenia in primis). I ministri degli Esteri dei Ventisette si sono
detti pronti a bloccare la trattativa di adesione di Zagabria all'Unione
europea se la «zona» dovesse entrare in vigore così come proclamato dalle
massime autorità croate. Nel documento conclusivo redatto lunedì scorso,
dunque, non si è scritto solo di Kosovo, ma anche di Zagabria.
L'Ue, si legge, tra l'altro, richiama Zagabria a rispettare gli accordi
sottoscritti con la Slovenia e l'Italia nel giugno 2004 nei quali la Croazia
si è impegnata a non attivare la «zona ecologico-ittica» per gli Stati
comunitari prima di aver concluso con Roma e Lubiana un accordo di
partenariato per il settore della pesca. Bruxelles, quindi, ammonisce la
Croazia a non rendere operativa la «zona» fino a quando il suddetto accordo
non sarà raggiunto in sede europea. I ministri degli Esteri dei Ventisette
hanno altresì «ricordato» a Zagabria che bisogna impegnarsi nell'avere buoni
rapporti con i Paesi vicini il che comprende anche la ricerca di una
soluzione bilaterale (con la Slovenia ndr.) per quanto concerne i
contenziosi ancora aperti e relativi ai confini marittimi e terrestri.
Anche il commissario europeo all'Allargamento, il finlandese Olli Rehn, nel
corso di una conferenza stampa, ha ribadito che «la Croazia non non dovrebbe
attivare dal primo gennaio la "zona" in Adriatico». Una decisione di questo
tipo, ha aggiunto, «avrebbe ripercussioni negative sul proseguimento delle
trattative di adesione all'Ue». Insomma per Bruxelles si tratta di un vero e
proprio ultimatum: Zagabria deve scegliere o la «zona» o l'Europa. Rehn ha
comunque lanciato anche un salvagente alla Croazia. «Non c'è bisogno di
disegnare il diavolo sulla roccia – ha detto sorridendo – perché sono
convinto che Zagabria saprà trovare una soluzione politica al problema». Il
commissario ha poi concluso sostenendo che sarebbe «molto significativo se
la Slovenia e la Croazia trovassero quanto prima un accordo anche sui
contenziosi di confine». Il che significa che Bruxelles non vede di buon
occhio il ricorso a un arbitrato internazionale fortemente voluto nelle
ultime settimane proprio da Zagabria.
Ma c'è di più. Dal primo gennaio, infatti, la presidenza di turno dell'Ue
sarà assunta dalla Slovenia e sulla questione della «zona ecologico-ittica»
la diplomazia di Lubiana ha già pronto un vero e proprio piano. Piano
delineato proprio a Bruxelles dal ministro degli Esteri, Dimitrij Rupel e
che ha come «punto di forza» proprio l'interruzione delle trattative tra
l'Ue
e la Croazia se questa non farà un passo indietro sulla «zona». Con il pieno
appoggio dell'Italia. «Zona» che, ha sostenuto Rupel «non può assolutamente
entrare in vigore senza prima un dialogo con i Paesi vicini, quindi
innanzitutto con l'Italia e la Slovenia». «La Croazia – ha concluso – deve
mantenere le promesse» contenute nell'accordo del 2004 e quindi postporre
l'entrata
in vigore della «zona». Altrimenti si bloccherebbe il dialogo con Bruxelles
così come è già avvenuto di recente tra l'Unione europea e la Turchia. E che
la situazione per Zagabria non sia facile lo sottolinea il fatto che il
premier Ivo Sanader si sta dando un gran da fare per incontrare a Bruxelles
proprio il premier sloveno Janez Jansa e quello italiano, Romano Prodi.
Da rilevare, infine, che anche l'Associazione generale delle cooperative
italiane dei pescatori del Friuli Venezia Giulia critica in una nota
«l'intenzione della Croazia di istituire dal primo gennaio 2008 la zona
economica esclusiva oltre le proprie acque territoriali, che di fatto
taglierà in due l'Adriatico impedendo anche ai pescherecci di medie
dimensioni del Friuli Venezia Giulia un proprio spazio vitale».

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