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Il Comune di Rome mette gli Esuli in uno scantinato

«Realizzare una Casa del Ricordo da consegnare alle associazioni giuliano-dalmate, perché custodiscano e trasmettano alle future generazioni il ricordo delle Foibe». Con queste parole terminava il 6 marzo scorso nella Sala della Protomoteca in Campidoglio l’intervento del sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno, a conclusione della solenne celebrazione in occasione del Giorno del Ricordo. Tale impegno con le realtà dell’esodo presenti a Roma era stato preso dallo stesso sindaco sin dall’inizio del suo mandato, per poter costituire un fondo dell’esodo con la gran quantità materiali d’archivio di interesse storico in possesso di privati e delle quattro istituzioni dedicate presenti a Roma: l’Archivio-Museo di Fiume – tutelato dalla legge 92/30 marzo 2004, la stessa che istituisce la ricorrenza civile del Giorno del Ricordo – l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, l’Associazione dalmata di Storia Patria, l’Associazione Nazionale Dalmata.

 

Secondo il Sindaco Alemanno tale casa deve essere collocata all’Eur, data la vicinanza di questa zona di Roma al vecchio quartiere 31, noto come Villaggio Giuliano-Dalmata, il più numeroso insediamento di profughi nel Lazio. L’aspettativa è stata brutalmente delusa dall’offerta proposta pochi giorni dopo dal signor Pucci, dirigente dell’Eur S.p.a., ai rappresentanti delle associazioni: un locale seminterrato del Palazzo dei Congressi, di 140 metri quadri, adiacente all’ingresso merci del palazzo stesso. La proposta comprendeva un contratto di locazione di sei anni rinnovabili e gli arredi a carico degli utenti. Un’autentica umiliazione, se si considera l’eccezionale velocità con cui è stata progettata la costruzione del Museo della Shoah. Senza voler proporre impropri paragoni, balzano agli occhi le sue dimensioni: si tratterà di una costruzione situata a Villa Torlonia su 5.000 mq. di terreno, di 21.000 mc. di volumetria, sviluppata su 8 piani, comprendente archivio, sala conferenze e biblioteca. Il costo dell’opera sarà di 13,4 milioni di euro e la consegna è prevista nel marzo 2013. In questo mo davvero sorprendente che nell’ingente patrimonio del Comune di Roma, pronto a ospitare sempre nuove istituzioni culturali quali il prossimo museo dedicato alle sorelle Fontana, non sia stato trovato uno spazio decoroso, se non prestigioso, per un museo a carattere storico nazionale quale la Casa del Ricordo. È inoltre incredibile che all’interno dell’Eur S.p.A. (90% patrimonio del Tesoro e 10 del Comune), che ospita poli museali importanti di interesse nazionale, molti Uffici del Comune, il Collegio Circoscrizionale del Grande Oriente d’Italia, circoli di bridge e locali commerciali, non sia stata trovata che questa miserevole sistemazione. In compenso, risulta messo in affitto proprio al centro del quartiere, un «prestigioso locale di 1.300 mq. di alta rappresentanza» sito in Via Lincoln, disponibile dall’aprile del 2012 disponibile dall’aprile 2012.

 

Si può supporre che questa non corrispondenza tra promesse e fatti abbia a che fare con la mutata posizione del sindaco sull’ingresso della Croazia in Europa. In occasione della visita al quartiere Giuliano-Dalmata nell’autunno 2008 dichiarò di impegnarsi personalmente affinché tale evenienza non si verificasse. Dopo essere stato presente al primo viaggio del ricordo in Istria e Dalmazia organizzato dalla sua Amministrazione, negli ultimi due anni ha prediletto un bassissimo profilo, non partecipandovi personalmente. Nel dicembre scorso si è proceduto all’allestimento del grande albero di Natale, dono della Croazia, in piazza del Campidoglio e il 14 marzo si è giunti alla ratifica del solenne accordo di cooperazione tra Roma e Zagabria. Prevederà tra le altre cose, l’allestimento nella Capitale di una mostra sulla Croazia, insieme ad altri progetti volti alla tutela delle minoranze di lingua croata in Italia.

 

Così, uno dei cavalli di battaglia di cui si è nutrita con orgoglio patrio per decenni la destra italiana – l’alimentare la memoria delle terre perdute del confine orientale e il martirio degli infoibati – diventa oggi per uno dei suoi principali rappresentanti scomodo se non addirittura imbarazzante imbarazzante. Anche il governatore del Lazio Polverini si appresta a fare carta straccia dei diritti legittimi dei discendenti degli esuli, ma questa è un’altra storia.

 

Teresa Compagna

www.notapolitica.it 20 marzo 2012

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