I resti dei marò trucidati dai titini a Ossero stanno per essere identificati

Volge a conclusione la travagliata vicenda dei militari della Repubblica Sociale Italiana fucilati dai partigiani comunisti jugoslavi a fine aprile 1945 e frettolosamente sepolti in una fossa comune a Ossero, nell’isola quarnerina di Cherso. Gran parte di questi caduti apparteneva alla divisione Decima, il cui comandante Junio Valerio Borghese aveva dislocato numerosi reparti nelle province del confine orientale italiano, entrando spesso in attrito con gli alleati tedeschi che, attraverso il protettorato militare istituito con la Zona di Operazioni Litorale Adriatico (Udine, Gorizia, Trieste, Lubiana, Pola e Fiume), poco gradivano le interferenze della Rsi di Mussolini, potendo invece avvalersi di un rilevante collaborazionismo sloveno e di truppe cosacche. Assieme ai 20 marò del presidio di Neresine eliminati dai “titini” dopo essersi arresi (in spregio cioè alle leggi di guerra) condivisero tale sorte pure 6 appartenenti alla compagnia Tramontana della Milizia Difesa Territoriale, organizzazione militare su base volontaria equivalente alla Guardia Nazionale Repubblicana presente nel resto della Rsi, ma la cui costituzione era stata ostacolata dalle autorità tedesche nelle province adriatiche.

La pagina Facebook “I marò di Ossero” riporta questo elenco di vittime:

Compagnia Adriatica, divisione Decima:

  • BANFI EZIO classe 1924 di Milano
    • BEDENDO SERGIO classe 1924 di Badia Polesine
    • BERTI ERMANNO non abbiamo nessun dato
    • BIFFI EMILIO classe 1922 di Pescarenico
    • BROGGI ETTORE classe 1924 di Solbiate Comasco
    • CIVOLANI GINO classe 1925 di Conselice
    • COPPI ERMANNO classe 1925 di La Lima
    • DE MURO FRANCESCO classe 1924 di Posada
    • FANTECHI DINO classe 1906 di Firenze
    • FERRINI RINO non abbiamo nessun dato
    • GESSI MARINO classe 1924 di S. Angelo in Lizzola
    • LAURO GIUSEPPE classe 1924 di Cattolica
    • LUSIO SALVATORE non abbiamo nessun dato
    • MANGOLINI GIUSEPPE PINO classe 1914 di Jolanda di Savoia
    • MEDRI LUCIANO classe 1927 di Cattolica.
    • PETRUCCI ALEANDRO classe 1924 di La Lima
    • RICOTTA GIUSEPPE classe 1925 di Genova
    • SERSANTI IGINIO classe 1921 di Gabicce
    • SEU MARIO non abbiamo nessun dato
    • VENTURI FABIO classe 1924 di Longiano

Compagnia Tramontana di Cherso:

  • BEVIN DOMENICO classe 1923 di Belei di Cherso
    • DECLICH FRANCESCO classe 1923 di Spalato
    • MENNITI FRANCESCO non abbiamo nessun dato
    • PASSUELLO ANGELO classe 1925 di Milano
    • POLI ANTONIO di Cherso
    • SCRIVANICH FRANCESCO di Cherso

Spiega Marino Micich, Direttore generale della Società di Studi Fiumani: «L’ intera opera di ricerca e di sepoltura di Onorcaduti ai caduti italiani trucidati da partigiani jugoslavi alla fine di aprile 1945 e sepolti sommariamente a Ossero nacque da un impulso dato alle ricerche dall’esule Federico Scopinich, il quale ci contattò per pubblicare un suo articolo in merito su Fiume. Rivista di studi adriatici. Scopinich sapeva che la Società di Studi Fiumani aveva eseguito analoghe ricerche per riportare in Italia le spoglie del Senatore Riccardo Gigante e di altri 7 connazionali trucidati dai tititini nel maggio 1945 e sommariamente sepolti in una fossa anonima a Castua. Il sottoscritto – prosegue Micich – in qualità di membro della Commissione vittime per le onorificenze ai congiunti degli infoibati designato da FederEsuli nel 2004 fece presente lo stato di queste ricerche al presidente della Commisssione, il Generale Ficuciello, sottolineando l’interesse non solo dei fiumani e lussignani ma soprattutto della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, allora presieduta da Antonio Ballarin»

Nella primavera 2019 i resti di questi caduti vennero finalmente riesumati grazie ad una collaborazione tra Onorcaduti ed il corrispettivo ente croato e con l’interessamento del Consolato Generale d’Italia a Fiume ed una targa affissa già in precedenza ricorda il luogo in cui era stata eseguita la frettolosa sepoltura. Le spoglie vennero invece traslate in Italia e sepolte a Bari nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare senza che fosse possibile attribuire un’identità ai mucchietti di ossa che erano stati raccolti. Il settimanale Panorama, su impulso del giornalista triestino Fausto Biloslavo, promosse allora una raccolta fondi per finanziare le costose operazioni di identificazione attraverso l’esame del DNA, al fine di comparare il materiale genetico dei caduti con quello dei parenti.

Il lavoro in laboratorio svolto dagli anatomo-patologi dell’ateneo di Bari e da un’equipe afferente all’Istituto di medicina legale e con la supervisione dell’Università degli Studi di Trieste è ormai prossimo alla conclusione, ma nel territorio delle attuali repubbliche di Slovenia e di Croazia sono ancora decine le foibe e le fosse comuni in cui giacciono resti di militari e di civili italiani deportati e massacrati a guerra finita dalle truppe del Maresciallo Josip Broz “Tito”. Anche l’attuale dirigenza di FederEsuli continua a fare pressioni sulle autorità italiane affinché siffatte operazioni di riesumazione ed identificazione proseguano per rispetto dei morti e dei loro congiunti che non sanno nemmeno dove siano stati sepolti.

Lorenzo Salimbeni

La Verità – 29/11/2022 

 

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