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Graziano Udovisi: ultimo testimone dell’orrore in istria (Il Piccolo 10 feb)

Si intitola ”L’ultimo testimone” il libro di Graziano Udovisi che esce per Aliberti editore. È la testimonianza dell’uomo, uno dei pochissimi, che è riuscito a sopravvivere all’orrore delle foibe. E che, da sopravvissuto, ha potuto raccontare quella terribile esperienza. «Siamo giunti al dunque. La foiba è là, sotto di me, la luna ne rischiara una parte esposta alla sua luce. Un’altra, invece, è completamente oscura, non si riesce neppure a scorgerne il fondo. Siamo arrivati! L’alt intimato dalla guardia mi dice che in quel posto verrà messa fine alla nostra vita».

Nella frazione di un secondo, Udovisi si è visto costretto a decidere della sua vita. Se stare fermo e finire ammazzato sotto i colpi della mitragliatrice, oppure saltare giù e morire all’istante nel baratro.

Era il 14 maggio 1945 quando l’ufficiale comandante istriano Graziano Udovisi venne trascinato dai partigiani titini sull’orlo della foiba di Fianona per essere trucidato. Scampò alla morte per miracolo, liberandosi i polsi dal fil di ferro e risalendo in superficie da una cavità di circa trenta metri. Prodigiosamente riuscì a salvare un altro commilitone compagno di sventura, afferrandolo per i capelli. Furono i soldati nemici a costringerlo a marciare scalzo sul bordo di quel crepaccio: una punizione per aver tratto in salvo a Capodistria, su una motobarca, i suoi soldati ricercati dalle truppe slave.

Questo libro è la testimonianza del calvario di un italiano sopravvissuto alle foibe. La sua odissea, terminata dopo due anni di prigionia con l’accusa di collaborazionismo con i tedeschi, s’intreccia con digressioni sui risvolti sociopolitici della guerra. Attraverso il ricordo, Udovisi ripercorre i giorni del carcere, le torture subite, i crimini consumati sotto i suoi occhi, la fuga.

«Ci chiamavano fascisti. Eravamo italiani. Istriani, fiumani e dalmati: storie di esuli e rimasti» di Jan Bernas, con prefazione di Walter Veltroni, pubblicato da Mursia, racconta un popolo abbandonato da un’Italia matrigna, che dopo oltre sessant’anni ancora fa fatica a riconoscere dignità e onore a migliaia di suoi figli, sacrificati per lavare gli orrori di una guerra sciagurata.

In questo libro sono raccolte le testimonianze dei protagonisti di questa odissea: le loro parole prendono per mano il lettore e lo accompagnano lungo tutto il cammino che condusse un popolo con lingua e tradizioni comuni a dividersi irrimediabilmente.

Laura Strano

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