Giorgia Meloni primo Presidente del Consiglio alla cerimonia della Foiba di Basovizza

Era piena di gente come non mai l’area attorno alla Foiba di Basovizza dove, sabato 10 febbraio, si è svolta la cerimonia ufficiale per il Giorno del Ricordo 2024. Presente, a 4 anni dall’ultima volta, Giorgia Meloni, primo presidente del consiglio a partecipare alla cerimonia solenne di Basovizza. La commemorazione al monumento nazionale sul Carso triestino è cominciata con la cerimonia dell’Alzabandiera, alla presenza di un picchetto del 2° Reggimento Piemonte Cavalleria. Sono quindi stati resi gli onori ai martiri delle foibe. Oltre alla corona della presidenza del Consiglio, sono stati deposti gli omaggi della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e del Comune di Trieste, con il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga e il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza; del presidente del comitato per i martiri delle foibe e della Lega Nazionale, Paolo Sardos Albertini; dei rappresentanti delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Schierati i gonfaloni, tra gli altri, dei Comuni di Trieste e Muggia e della Regione Friuli Venezia Giulia. Nell’area della cerimonia sono inoltre esposte bandiere e labari delle rappresentanze legate agli esuli, delle associazioni combattentistiche, patriottiche e d’arma: presente anche il vessillo della X Mas. Alla cerimonia hanno assistito pure molti studenti provenienti da varie scuole del territorio.

«Nella mia vita sono stata diverse volte a Basovizza e ogni volta me sono andata con qualcosa di più nel cuore. Ti dona sempre qualcosa di prezioso. Sono venuta qui da ragazza quando lo facevano in pochi e farlo significava essere isolati. Sono tornata qui da adulta per celebrare finalmente il Giorno del Ricordo che spazzava via una volta per tutte la congiura del silenzio che per imperdonabili decenni aveva avvolto la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo nell’oblio e nell’indifferenza», così Meloni. «Una storia tutta italiana che noi vogliamo contribuire a perpetuare nel tempo anche con la nascita del museo nazionale del ricordo, un museo che sorgerà a Roma, nella capitale d’Italia, perché questa è una storia che non appartiene a una piccola porzione di confine, o di quel che resta dell’esodo del popolo giuliano dalmata, ma è una storia che appartiene all’Italia intera e l’Italia intera deve avere la possibilità e l’occasione di dirvi grazie».

In precedenza avevano preso la parola il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga. Così quest’ultimo: «Dopo le importanti parole espresse ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presenza qui oggi alla Foiba di Basovizza del premier Meloni e di altri ministri è la testimonianza concreta della vicinanza a una terra e a una comunità che ha vissuto drammi per troppo tempo dimenticati. Queste occasioni sono fondamentali per proseguire con convinzione lungo quel processo, già fortemente strutturato, di pacificazione. Abbiamo bisogno di queste testimonianze di verità che devono essere raccontate sempre più diffusamente soprattutto nelle scuole e ai giovani. Troppo a lungo è stato dimenticato il sangue che ha intriso questa terra – ha rimarcato Fedriga nel suo intervento -. Questi momenti sono pertanto indispensabili non solo per commemorare le persone uccise, quelle perseguitate e chi è stato costretto a lasciare la propria casa, ma soprattutto per costruire un futuro di pace nella condivisione delle verità dei fatti. Il nostro futuro, così come quello dell’Italia e dell’Europa, può essere costruito solo sulla verità – ha ribadito ancora il governatore -. È grave la responsabilità di chi ancora oggi vuole negare le sofferenze e le persecuzioni subite non solo dagli italiani. «Non diamo per scontato quanto qui accaduto – ha concluso -. Molti giovani continuano a non conoscere che cosa sia successo lungo il confine orientale dell’Italia, le brutali uccisioni nelle foibe e le vicende, spesso drammatiche, dei nostri esuli».

Infine il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza: «La retorica della memoria è un esercizio vano se non entriamo nel merito e comprendiamo a fondo quello che in queste terre è accaduto, tra il settembre 1943 ed il febbraio del 1947 ed a guerra finita, per mano dei partigiani comunisti di Tito che hanno lasciato una lunga scia di sangue.
Solo venti anni fa, la storia ha ritrovato l’altra parte della memoria ed il 30 marzo del 2004 il Parlamento Italiano ha istituito il Giorno del Ricordo per onorare i martiri delle foibe e le vittime dell’esodo giuliano dalmata del nostro confine orientale. Sempre nel 2004 nel mio primo mandato da Sindaco di questa nostra importante città, in occasione dei 50 anni del ritorno di Trieste all’Italia, ho sentito il dovere di far diventare questo luogo della Foiba di Basovizza il simbolo dei drammi che hanno interessato il confine orientale durante la Seconda guerra Mondiale, e nel 2007 il Monumento Nazionale del sacrario di Basovizza ha ritrovato il suo doveroso onore, così come ho voluto che venisse realizzato negli stessi anni il Centro di Documentazione gestito dalla Lega Nazionale a cui nel 2018, sempre da Sindaco, ho consegnato l’Onorificenza della Civica Benemerenza del Comune di Trieste sia per il grande impegno profuso verso le nuove generazioni, sia per aver sempre operato affinché Trieste potesse acquisire il ruolo di Capitale morale di tutti gli italiani dell’Adriatico orientale. Sono felice vedendo che ci siamo riusciti».

Lorenzo Degrassi

 

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