L’Odissea dei profughi dalmati è al centro della proposta di legge presentata stamattina dal consigliere regionale Aldo Siri (Liste Biasotti). La proposta stabilisce le norme che si applicano agli alloggi di edilizia sociale assegnati ai profughi italiani ai sensi della legge nazionale, individua i soggetti legittimati all’acquisto, nonché le modalità di presentazione della domanda, la determinazione del prezzo di cessione e le disposizioni relative all’alienazione di immobili ad uso non abitativo.
“È assurdo che soprattutto da parte di Arte si sia stata disattesa la legge nazionale che attribuisce ai profughi dalmati di poter acquisire la casa a condizioni previste dalla legge nazionale, un atto moralmente dovuto a italiani che hanno voluto ribadire la propria appartenenza alla nazione, dovendo abbandonare le proprie case e averi, di cui non hanno avuto alcun indennizzo, anche perché le procedure di allora erano troppo laboriose – spiega Siri – La proposta di legge è stata depositata proprio ieri, in quanto domani sarà il momento del ricordo. Queste persone furono allora definiti fascisti, ma invece erano solo orgogliosi della loro italianità. Speriamo che il percorso sia veloce e che che la Regione sia il primo ente ad attivarsi”.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche il signor Ennio Petani, rappresentante dei profughi assegnatari degli alloggi di Genova Bolzaneto, che ha raccontato la propria esperienza di esule. “La mia famiglia è stata esiliata da Zara nel ’57. Prima siamo finiti per qualche mese in un campo profughi di Trieste, poi a Gaeta, nel campo profughi definitivo, dove abbiamo trascorso un anno prima di arrivare a Genova – spiega – il disagio in quei mesi fu fortissimo, sia dal punto di vista abitativo che sociale, ma poi i miei genitori trovarono lavoro a Genova e la scelta non fu causale. Mio padre, infatti conosceva la Liguria perché aveva fatto il militare a Spezia e perché a Zara c’era una famiglia originaria di Santa Margherita Ligure; i Luxardo, titolari della ditta che produceva il famoso maraschino. Una fabbrica con più di 200 dipendenti, tra cui mia madre”.
Un racconto ricco di particolari quello del signor Petani, che ripercorre le varie tappe di quel periodo. “Dopo qualche anno ci fu concesso l’alloggio sociale a Bolzaneto, però ci fu assegnato non come profughi, ma come semplici assegnatari, quindi non ai termine di legge che riconoscono un trattamento speciale come risarcimento dello Stato per tutto quello che abbiamo perso – conclude – la nostra Odissea è continuata fino ad oggi per via della controversia con Arte, che non ci riconosce il diritto all’acquisto degli alloggi al 50% del prezzo di costruzione del 1972”.
Sono ben 32 le famiglie in questa situazione, tra cui anche persone anziane. La speranza dei profughi è quindi quella che la nuova proposta di legge possa portare a una definitiva risoluzione della controversia con Arte e quindi al termine della lunga Odissea.
(fonte www.genova24.it, 16 febbraio 2012)