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”Frontiera rossa”: i territori contesi fra Italia e Jugoslavia (Il Piccolo 16 ott)

”Frontiera rossa” riannoda il filo tortuoso delle politiche del Pci di Togliatti verso il confine orientale italiano nella fase forse più incandescente del secolo scorso: gli anni della Seconda guerra mondiale, della Guerra fredda e della divisione in due dell’Europa.

È un argomento accidentato sul quale divampa una controversia pressoché permanente, che trascende di gran lunga gli argini della storiografia perché evoca lacerazioni profonde, rimozioni, scomode ambiguità. Ogni volta è capace di urtare alla radice la coscienza del Paese illuminandone con luce cruda i vuoti, i sottintesi mai sciolti. Per questo chiama in causa la comunità nazionale nella sua interezza.

Nel libro, pubblicato dalla Libreria Editrice Goriziana (pagg. 271, euro 26), a raccontare questo tormentato periodo è Patrick Karlsen, che ha conseguito il dottorato in Storia contemporanea alla Scuola Dottorale in Scienze Umanistiche dell’Università di Trieste, con una ricerca di cui questo libro è il frutto. Attualmente è borsista all’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli. Tra le sue pubblicazioni, ”L’altra questione di Trieste. Voci italiane della cultura civile giuliana” (con Stelio Spadaro, pubblicato da Leg nel 2006) e ”La Carta del Carnaro e altri scritti su Fiume di Gabriele d’Annunzio” (con Maurizio Fressura, pubblicato da Castelvecchi nel 2009).

Dopo la disfatta militare del fascismo, che distrusse l’opera di unificazione del Risorgimento, e dopo la scampata annessione al Terzo Reich, il territorio dell’Alto Adriatico tornava a essere il fulcro di un’aspra e logorante contesa tra l’Italia e la Jugoslavia. Si trasformava via via nella linea di demarcazione tra il mondo che si riaffacciava alla libertà e il mondo soggetto all’influenza sovietica. Il Pci veniva inchiodato a urgenze e fedeltà contraddittorie, finendo per abdicare alle sue responsabilità di partito nazionale.

Ma in seno al movimento comunista il confine orientale fu anche una membrana, nient’affatto impermeabile, tra due strategie in acuto contrasto tra loro: il prudente parlamentarismo del Pci di contro al combattivo espansionismo del “partito fratello” jugoslavo. Nell’incubo sempre incombente di un conflitto armato tra l’Urss e le potenze occidentali, si consumava allora uno scontro sotterraneo, finora rimasto nell’ombra, tra Tito e Togliatti. Sostenitore della “guerra inevitabile” e di una visione della rivoluzione in continua espansione, il primo; tenace esecutore delle direttive di Stalin finalizzate a escludere un’insurrezione in Italia, il secondo.

Grazie a una ricchissima bibliografia e a una documentazione d’archivio largamente inedita, la ricerca di Patrick Karlsen riesce finalmente a fare il punto su un tema che ha diviso. «”Frontiera rossa” costituisce un importante nuovo tassello nella ricostruzione delle vicende del confine orientale – scrive Elena Aga Rossi nella prefazione – e della storia del nostro Paese, che per tanti anni sono state oggetto di interpretazioni di parte, quando non di disinformazione».

Laura Strano

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