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Frattini, missione in Serbia e Kosovo (Il Piccolo 27 apr)

ROMA Per l’Italia i Balcani occidentali, visti come «il cortile di casa» per la vicinanza geografica e come partner strategici, soprattutto nel settore energetico, sono una priorità.

E lo dimostra ancora una volta il nuovo viaggio del ministro degli Esteri Franco Frattini che, a sole due settimane dalla sua visita in Albania e Bosnia, sarà tra oggi e domani in Serbia e Kosovo, nel cuore della ferita ancora aperta della proclamazione unilaterale di indipendenza di Pristina da Belgrado.

Il capo della diplomazia italiana terrà anche un discorso davanti al giovane parlamento kosovaro riunito per l’occasione in seduta solenne.

Tra gli obiettivi della missione di Frattini, in vista della conferenza Ue-Balcani in programma il 2 giugno a Sarajevo, ci sarà quello di trovare una soluzione per assicurare la contemporanea presenza al tavolo delle due delegazioni, serba e kosovara.

Per Belgrado infatti, nei consessi internazionali il Kosovo deve presentarsi come Kosovo-Unmik, cioè come protettorato dell’Onu, cosa che le autorità di Pristina respingono con forza. Proprio per questo motivo la Serbia ha già disertato la conferenza sui Balcani del 20 marzo a Brdo, in Slovenia, e l’Italia, a fianco dell’Ue, vuole evitare che questo si ripeta a Sarajevo.

Nei suoi incontri con il presidente serbo Boris Tadic, il vicepremier Bozidar Djelic, incaricato per l’integrazione europea, e il ministro degli Esteri Vuk Jeremic, Frattini ribadirà che l’Italia, al contrario di altri partner europei, è contraria a qualsiasi collegamento diretto tra il processo di integrazione europea della Serbia e il dossier kosovaro, ma che, per evitare ripercussioni negative sul percorso di avvicinamento all’Ue, è necessario evitare – a Belgrado come a Pristina – iniziative e toni che potrebbero creare nuove tensioni.

Dopo la liberalizzazione dei visti a dicembre scorso, Belgrado si aspetta di ottenere lo status di candidato all’Ue nella prima metà del 2011, e ha proposto di far cadere in quella data anche il primo dei vertici intergovernativi annuali Italia-Serbia, istituiti nella visita di Tadic al premier Silvio Berlusconi lo scorso novembre a Roma.

Sul piano bilaterale, l’Italia è risultata nel 2009 il terzo partner commerciale della Serbia, dopo Russia e Germania, e proprio ieri, con la missione a Belgrado del ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, è stato istituito il Business Council italo-serbo per favorire i contatti tra gli investitori. Energia, infrastrutture e auto (con l’intesa Fiat-Zastava per lo stabilimento di Kragujevac) i settori privilegiati.

In Kosovo, domani, Frattini vedrà il presidente Fatmir Sejdiu, il premier Hashim Thaci e il ministro degli Esteri Skender Hyseni, prima di intervenire all’Assemblea nazionale e di incontrare i vertici internazionali.

Nella piccola repubblica balcanica, l’Italia è infatti fortemente impegnata nell’implementazione delle istituzioni democratiche, con la partecipazione alla missione civile europea Eulex, ed è presente con circa 1400 militari nella missione di peacekeeping Kfor.

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