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Foibe al ”Petrarca” di Trieste (Il Piccolo 27 giu)

LETTERE

22 giugno 2010, escono le tracce per la prova d'italiano dell'esame di Stato. Fra gli argomenti da trattare c'è la richiesta di delineare la complessa vicenda del confine orientale d'Italia soffermandosi in particolare sugli eventi tra il 1943 e il 1954. È la prima volta che la questione delle Foibe viene affrontata in un tema della maturità, e la cosa suscita molti commenti nell'opinione pubblica. Voglio ignorare qui i discorsi legati dall'appartenenza agli schieramenti politici, perché annullerebbero l'importanza di quanto desidero dire: ciò che mi interessa è l'aspetto culturale, ed a questo proposito voglio fare riferimento alle parole della presidente della Provincia di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat, che esprime dei dubbi su quanti studenti ed insegnanti «abbiano potuto affrontare un argomento così difficile», sottolineando che il problema è «quanto nella scuolasi sia studiato in modo oggettivo questa parte della storia d'Italia, spesso viziata da polemiche e scontri».

Ebbene, invece proprio questo è quanto è stato fatto dalle classi seconde delle sezioni dell'indirizzo linguistico E ed F del liceo Petrarca , insieme alla sottoscritta, che ha organizzato il progetto di scambio «Un'Europa senza muri e senza confini» insieme al liceo «Friedrich Dessauer» di Aschaffenburg, progetto incentrato sulle tappe salienti della storia della Germania e, rispettivamente, del confine orientale dell’Italia a partire dal 1914 sino ai giorni nostri, con particolare accento sulla Riunificazione della Germania (abbattimento del Muro di Berlino, 1989) e sulle vicende storiche del tutto particolari vissute dalla città di Trieste a partire dal ritorno all’Italia nel 1918 sino all’apertura del confine fra Italia e Slovenia nel 2004 (Adriatisches Küstenland sotto il dominio nazista, amministrazione jugoslava, amministrazione alleata, esodo dall’Istria, divisione Zona A e Zona B…).

In questo ambito abbiamo quindi affrontato l'argomento delle Foibe con rispetto ed attenzione, esattamente allo stesso modo in cui insieme ai nostri partner tedeschi siamo andati a visitare in una mattina piovosa e grigia, così com'erano cupe e tristi le impressioni che ne stavamo ricevendo, la Risiera di San Sabba. Abbiamo scelto di dedicare alcune parti del nostro incontro a qualcosa che faceva male, ma che secondo noi era utile ed importante conoscere, così come per noi è stato importante sentire la testimonianza del dott. Livio Dorigo, che della sua esperienza diretta come esule dall'Istria è venuto a parlarci a scuola insieme all'on. europeo Giorgio Rossetti. Abbiamo visitato la Foiba di Basovizza, assisitito alla descrizione della mostra ad essa annessa, e di nuovo abbiamo sentito storie di ingiustizia e di morte. Ecco come, pur all'interno di una settimana di scoperta reciproca, gioiosa convivenza e di divertimento abbiamo saputo affrontare anche temi così difficili; perché il principio sul quale si basava il nostro lavoro si poggiava appunto su un principio molto simile a quanto dice lo studente di cui oggi si legge l'intervista in un articolo de Il Piccolo dedicato agli argomenti di questi esami di maturità: se vogliamo parlare di felicità attuale e futura, non possiamo non conoscere la storia crudele e tragica dalla quale proveniamo, non possiamo esimerci dal fare i conti con essa.

Sabina Vecchione Grüner, docente di tedesco classi 2 E – 2F del liceo Petrarca di Trieste

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