Sabato sera [6 giugno, ndr] si è conclusa la tre giorni del Festival dell’Istroveneto. Uno dei simboli della nostra cultura, il nostro bel dialetto, ha trovato lo spazio che merita nella cornice più adatta, su quel colle che domina la campagna circostante degradante tra verdi colline e fertili campi: la sentinella d’Istria. Buie, infatti, ha saputo accogliere nel suo splendore una marea di ospiti giunti per l’occasione dall’Italia, dalla Slovenia, dalla Croazia e non solo. Cordialità in ogni angolo, guarnita dalla presenza degli amici del Veneto venuti per offrire lungo i selciati lastricati in pietra i loro prodotti. Aria d’amicizia, di poesia e di musica. “Il fulcro intorno a cui si evolve il progetto è il dialetto, il bisogno di conservarlo e tramandarlo alle generazioni future”, ha spiegato in una delle prime edizioni Marianna Jelicich Buić, promotrice, organizzatrice, in una parola factotum di questo grande evento.
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