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Ferrara, «La Guardia di Finanza sul confine orientale 1943-1945»

 

«La Guardia di Finanza sul confine orientale 1943-1945», questo il tema al centro della conferenza tenutasi a Ferrara nell’ambito delle iniziative programmate per il Giorno del Ricordo e per non dimenticare la vicenda professionale ed umana di due finanzieri ferraresi: il Maresciallo Capo Antonio Farinatti, di Migliaro, insignito di Medaglia d’Oro al Merito Civile, e del Colonnello Persirio Marini di Ferrara, insignito di Medaglia d’Oro al Valore della Guardia di Finanza. Due uomini delle Fiamme Gialle che, nel tentativo di salvaguardare la vita e la dignità delle comunità giuliane dove operavano, si distinsero nell’opera di difesa a scapito della vita, come nel caso del Maresciallo Farinatti. Nato nel 1905 a Migliarino, oggi comune di Fiscaglia, Farinatti fu assegnato al comando della brigata litoranea di Parenzo.

Sono intervenuti Flavio Rabar, presidente del Comitato Anvgd ferrarese, il col. Sergio Giovanni Lancerin, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara, Anna Quarzi dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e il col. Maurizio Pagnozzi dell’Ufficio storico del Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma. L’incontro rientrava nel programma di appuntamenti organizzati per il Giorno del ricordo 2014 dallo stesso Comitato Anvgd in collaborazione con il Museo civico del Risorgimento e della Resistenza e la sezione cittadina dell’Associazione nazionale Partigiani cristiani, con il patrocinio di Comune, Provincia e Prefettura.

All’arrivo delle forze partigiane jugoslave, «con grande coraggio – riferiscono le cronache dell’epoca – si prodigò al fine di mitigare l’asprezza della situazione ed evitare spargimenti di sangue». Inutilmente, perché venne prelevato dalla sua abitazione nella notte tra il 20 e il 21 settembre 1943, caricato sulla famigerata corriera della morte, dai finestrini oscurati, che durante la notte faceva la spola tra Parenzo e Pisino, nel centro dell’Istria, per essere infine gettato nelle foibe. Vittima insieme a molti altri civili e militari caduti in Istria e nella ex Jugoslavia.

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