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Fatti e fattacci: Italia e Croazia (Voce Repubblicana 15 gen)

Una sponsoriz­zazione sba­gliata. Non sappiamo quanti italiani siano a conoscenza della politica estera italiana nei confronti della Croazia. Quello che è certo è l'at­teggiamento della diplo­mazia nei confronti del Governo di Zagabria, L'Italia è in prima fila per chiedere l'ingresso della Croazia nell'Unione euro­pea entro ti 2010 e per questo Roma esorta il governo croato ad andare avanti sulla strada delle riforme, a cominciare da quella della giustizia e della lotta alla corruzio­ne. Riteniamo che la posi­zione dei Governo italiano sia un errore, almeno per come è formulata. Lunedì, il ministro degli Esteri Franco Frattinì ha visitato Zagabria per rassicurare i nostri vicini. Il paese ex membro della Federazione Jugoslava è impegnato a saltare il veto sloveno generato dalla disputa tra Zagabria e Lubiana sul confine marittimo. Una polemica del tutto risibile e che non tiene conto delle prospettive politiche del libero mercato. Questa frizione spiega da sola qual è il clima che regna a sud di Lubiana. Ma perché il Governo ita­liano sponsorizza l'ingres­so dì un paese che si è sempre dimostrato osti/e nei nostri confronti? A determinare questo atteg­giamento ci hanno pensa­to i numeri. I rapporti commerciali tra i due paesi sono eccellenti: con 4 miliardi di interscambio, l'Italia è il primo partner commerciale della Croazia e l'Italia ha in mano oltre il 50% del settore bancario.

Rapporti destinati a rafforzarsi ancora di più dopo la firma del Memorandum di cooperazione bilaterale che prevede la creazione di un "Polo di sviluppo dell'Alto Adriatico" nei set­tori dell'industria, dell'am­biente, dell'energia, delle infrastrutture, dei traspor­ti, dell'agricoltura. Memorandum analogo a quello siglato fra Italia e Slovenia nel 2007 che punta a confluire in un dialogo a tre fra Roma, Zagabria e Lubiana per la promozione di politiche coordinate a favore dello sviluppo di quest'area. Ma questa vicinanza nei rapporti economici non si è mai trasformata in una sorta di vantaggio anche per i nostri esuli fuggiti dagli orrori del­l'ultima guerra. Il mini­stro degli Esteri Franco Frattini ha fatto bene a condannare i massacri delle foibe e ad incon­trare la comunità italia­na. Ma il problema non sono gli italiani che vivo­no in Croazia, che in passato hanno appog­giato i governi federali comunisti, ma ciò che non hanno avuto i pro­fughi italiani dall'Istria. Finora la Croazia ha concesso agli italiani di acquistare i beni immo­bili sul suo territorio. Ma non ha sciolto il nodo sui beni denazionalizza­ti da destinare anche agli italiani. La Corte costituzionale croata deve pronunciarsi anco­ra su questo punto. Questa decisione è il punto cruciale di un percorso di avvicinamen­to rapido della Croazia verso l'Ue, che però non manca di suscitare qual­che dubbio per molti italiani.

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