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Eisenbichler Commendatore della Repubblica (CDM 08 giu)

Poche righe della Presidenza della Repubblica per comunicare che il Presidente Giorgio Napolitano ha firmato il conferimento a Konrad Eisenbichler dell'onorificenza di "Commendatore al Merito della Repubblica Italiana". Un riconoscimento che corona anni di attesa di poter confluire nella grande famiglia dei cittadini italiani negata ad Eisenbichler per essere nato da padre austriaco sull'isola di Lussino nel 1949, di madre Martinolli, attivo da anni nella Comunità giuliano-dalmata del Canada di cui ha ricoperto anche la carica di Presidente della Federazione. 

Per la sua attività in campo associazionistico e in qualità di docente dell’Università di Toronto è stato insignito di molti premi e gratificato dalla stampa di molti suoi libri, non ultima la traduzione in inglese del libro “Esilio” di Arrigo Petacco. “Ma questa nomina è qualcosa di più – afferma alla notizia dell’onorificenza ottenuta. Riguarda la mia professione e la mia attività ma anche la sfera dei sentimenti, l’Italia oggi ha riconosciuto ufficialmente la mia italianità”.

Felicità incontenibile per Eisenbichler nei limiti di quanto concesso dalla cultura anglosassone che lo circonda. Professore ordinario presso la University of Toronto, è incaricato presso il programma di studi rinascimentali, ma con incarichi anche presso il Dipartimento di Italianistica, il Centro di studi medievali, il Centro di studi sul teatro, il Centro di studi sulla religione, e l’Istituto per gli studi sulle donne e sul genere. Ha tenuto vari incarichi amministrativi all’università di Toronto e nell’accademia. È stato  presidente di diverse associazioni accademiche in Canada e negli USA, tra le quali le due maggiori associazioni al mondo nell’ambito degli studi rinascimentali (la RSA e la SCSC).

Ha ricevuto varie onorificenze, premi, e riconoscimenti in Canada, USA, e Italia sia per i suoi studi accademici che per il suo volontariato presso la comunità italiana all’estero.

Ha pubblicato: 14 libri monografici o collezioni di saggi; 7 traduzioni di libri dall’italiano all’inglese; 2 edizioni critiche di manoscritti italiani formsto libro; 7 bibliografie (lunghezza libro); 59 articoli su riviste scientifiche e in collezioni di saggi; oltre 100 recensioni di libri; 13 poesie originali.

Ha organizzato 32 congressi internazionali sia in Canada che in Italia, ha organizzato inoltre 19 sessioni a congressi di varie società accademiche nordamericane, ha tenuto 109 interventi a vari congressi o conferenze presso atenei e società accademiche in Canada, negli USA, in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Brasile e Australia.

È fondatore e direttore di una rivista internazionale di studi sulle confraternite (dal 1990); direttore di una rivista internazionale di studi d’italianistica (dal 2003); direttore del bolettino giuliano-dalmata di Toronto (dal 1991); fondatore e direttore di una collana di libri (dal 2002).

Nel 2009 aveva ottenuto il Premio Internazionale ANVGD del Giorno del Ricordo ed in quell’occasione di permanenza a Roma, il 10 febbraio 2009, era stato ospite del Presidente Napolitano al Quirinale.

Ma la sua è anche una storia emblematica che appartiene al mondo giuliano-dalmato. Come spiegare ai colleghi dell’Università canadese la sua provenienza: “È sempre stata un’impresa: tutti trovano strano – spiega – che con il mio nome e con il mio cognome io parli l’italiano a casa o che mi occupi di storia, letteratura e cultura italiana. Quello che spiego loro è che provengo da una zona di confine dove si sono sempre intrecciate diverse lingue, che da mia madre ho ereditato l’appartenenza alla tradizione italiana, da mio padre invece, quella austriaca. Mio padre, nato a Lussinpiccolo, è cresciuto parlando il tedesco in casa e l’italiano ( e soprattutto il dialetto) con gli amici, con mia madre e anche con noi figli. Per i miei colleghi ed amici canadesi, il concetto di confine e quello con gli Stati Uniti dove, comunque, si parla la stessa lingua, ovviamente ci sono delle differenze tra un canadese ed un americano, ma non così profonde come tra un italiano ed un austriaco o con uno slavo. E le cose si complicano ulteriormente se mi avventuro a spiegare la storia di Lussino: quello che dico di solito è che provengo da un’isola dell’Adriatico che adesso è croata ma quindici anni fa era jugoslava, sessant’anni fa era italiana, cento anni fa era austriaca, prima ancora francese, ancor prima veneziana, e prima ancora romana. Dico loro che ci sono famiglie che hanno cambiato tante bandiere senza mai spostarsi. Non so se riescano a farsi un’idea precisa della cosa, certo mi guardano straniti”.

E alla domanda su che ruolo assuma oggi Lussino per lui, risponde: “Sono le radici, il posto dove sono nato, la luce e il calore, in fondo sono lussignano-italiano, indipendentemente dal fatto che mi siano state destinate delle cittadinanze diverse negli anni, Lussino è il mio punto di riferimento più importante. Ero molto, troppo piccolo, al momento dell’esodo e quindi non ho vissuto il tempo e le ragioni della nostra partenza in modo diretto come i miei genitori, quindi capisco la loro sofferenza ma la mia percezione dell’isola e del tutto diversa dalla loro, è aperta, coinvolgente, quasi passionale”.

Ed ora tutto questo ha anche un riconoscimento ufficiale. Auguri professore!

(rtg su www.arcipelagoadriatico.it)

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