GORIZIA L’uomo, il poeta, il soldato. È in tale triplice veste che Maria Grazia Ziberna ha analizzato la figura complessa e poliedrica del Vate pubblicando, per i tipi della Laguna, “Gorizia e D’Annunzio”. Il testo (130 pagine, 12,50 euro), scritto per il 90° anniversario dell’impresa di Fiume e presentato negli spazi della Fondazione Carigo, secondo le parole dell’autrice «ha un taglio narrativo appositamente pensato per gli studenti. Non vuole offrire una chiave di lettura parziale o faziosa nè esprimere giudizi che finirebbero per essere pregiudizi veri e propri. La sua realizzazione è stata resa possibile anche grazie all’archivio di privati, come di Enrico Maiova e di Adriano Ritossa, che hanno messo a disposizione cartoline, foto, lettere, riviste e quotidiani». Quello della Ziberna sembra un lavoro capace di far chiarezza sulla personalità di D’Annunzio pure permettendo di riflettere sui luoghi comuni che molte volte sono stati originati dalla sua debordante personalità. Lungo e dettagliato, nel corso della presentazione, l’intervento dello storico Diego Redivo: «Il libro della Ziberna parte da fatti locali per arrivare a fatti globali. È un libro completo, discorsivo, non soltanto legato al rapporto di D’Annunzio con Gorizia. E – ha concluso polemicamente Redivo il suo intervento – possiede molti pregi anche riguardanti gli aspetti più propriamente storici, ciò mentre in questi giorni sta arrivando nelle librerie, pubblicato da Einaudi un volume di Giuseppe Pierazzi, Jože Pirjevec, che riporta il dibattito sulle foibe indietro di cinquant’anni. Ma sarà pur sempre pubblicato da Einaudi; noi, in confronto, non contiamo nulla».
Durante l’incontro è stata ricordata la rappresentazione, la sera del 19 maggio 1902, al teatro Verdi, della sua tragedia La Gioconda, recitata da Eleonora Duse, con lui presente, ed entusiasticamente recensita sul Corriere friulano diretto da Carolina Luzzatto.
Alla conferenza hanno partecipato pure l’editore, Marino De Grassi, il presidente della Lega Nazionale Gorizia, coeditore del testo, Rodolfo Ziberna, Mauro Candotti, per la Fondazione Carigo. Letture affidate a Maia Monzani.
Alex Pessotto
