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Dialetti: soldi per il friulano, niente per il triestino (Il Piccolo 13 mar)

di GABRIELLA ZIANI

«Correggo, compilo, aggiorno, aggiungo, tolgo, insomma cinque anni di lavoro, dico cinque. Ho fatto o non ho fatto qualcosa per il dialetto io, sì o no? Risultato? Niente, silenzio, nessun riscontro. Porte bussate? Tutte». Ecco la storia di un’impresa al momento quasi fallita, e il pianto del suo autore che depreca il crollo verticale dell’interesse per la cultura popolare, e segnatamente per il dialetto che non solo è una sua passione, è stato parte della sua vita professionale, lo ha abilitato come traduttore «dall’italiano al triestino», ma che da ultimo lo ha portato a una faticaccia davvero improba. Si è messo a rivedere, per ripubblicarlo, il Grande dizionario del dialetto triestino edito all’inizio degli anni Ottanta dal glottologo Mario Doria.

Questo affaticato autore è Nereo Zeper, già regista Rai, già inventore del personaggio di «Cianeto», già creatore del popolare e ridanciano «mago de Umago», già in sfida con le cose complicate quando ha tradotto l’Inferno di Dante in dialetto, già in fase di replica perché si sta adesso misurando col Purgatorio. Nel frattempo, i lemmi. L’aiuto di altri specialisti. La verifica di etimologie. Il riordino delle bibliografie.

Ma qual è il problema? I soldi, è ovvio. Accettato, ma con riserva, dalla Mgs Press che è la sua casa editrice (in catalogo anche un «Pinocchio» in salsa triestina), il Grande dizionario in versione riveduta e corretta costa troppi soldi per essere pubblicato con le forze proprie. L’editore lo aveva avvertito. Ha però aspettato di vedere se Zeper davvero ce l’avrebbe fatta ad arrivare in fondo. E Zeper stesso si aspettava alla resa dei conti: ce la farò? Era tuttavia convinto che quell’opera, edita dapprima a fascicoli per ”Il Meridiano”, e poi raccolta in volume, fosse «opera completa e rigorosa», e però anche «difettosa, e non priva di qualche colossale cantonata». Il prodotto comunque più aggiornato, e tuttora non da altri sostituito.

A un certo punto editore e autore hanno deciso, dopo gli anni di fatiche evidentemente andate bene in porto dal punto di vista autoriale, di trovare né più né meno che i soldi per stampare l’opera. «Bussato al Comune, non ci ha risposto. Bussato alla Provincia, non ci ha risposto. Bussato alla Fondazione CrTrieste, ha detto che non ha fondi. Bussato alla Regione e stiamo ancora aspettando l’appuntamento».

«Nessuno fa più nulla per produrre cultura popolare e studi sulla cultura popolare – protesta Zeper -, tutto finito, e quando si fa qualcosa il livello è, tranne casi isolati, deprimente e volgare». L’autore ce l’ha con le leggi regionali: «Il friulano è più che finanziato, per il nascente Grande dizionario italiano-friulano è stato già speso un milione di euro, per questo Nuovo Doria (così si chiama il mio lavoro) si vorrà spendere – che so? – la metà di quello che si spenderà per quell’altro? La legge sugli altri dialetti esiste solo sulla carta». E aggiunge: «Capirete che un dizionario di 1500 pagine e 20 mila lemmi non si pubblica di tasca propria». Ma anche gli enti pubblici devono aver sviluppato lo stesso pensiero: e non hanno pagato di tasca propria.

Zeper quasi poi s’offende personalmente, come se i soldi gli fossero stati negati per dispregio. «Qualcuno dirà: tu in fin dei conti sei un dilettante di linguistica, sai quanti velleitari si improvvisano studiosi e ti vengono a presentare la loro creatura giurando sul suo valore, sulla bontà…?». Qui probabilmente ha ragione in pieno, ma il caso è diverso: «Dilettante un corno. Velleitario un corno – dice l’autore fuori dai denti -, non sarò un accademico ma ho la mia bella laurea in Lettere, esami di Tradizioni popolari, Glottologia, Dialettologia, Storia della lingua, uno straccio di preparazione me la concederete? Non sarò né Carpinteri & Faraguna né Doria, ma il mio l’ho fatto. Ho persino scritto un libro – aggiunge – con numerosi passi in friulano. E non mi pare di essere un notorio imbecille».

Ma si direbbe che nemmeno il presunto punteggio ottenuto con dei passi in friulano sia il passaporto per adeguati finanziamenti. Resta da considerare che autore ed editore hanno calcolato in 50 mila euro la produzione del Doria rivisto ed emendato. «Il lavoro – dice Carlo Giovanella, l’editore della Mgs Press – era già impaginato a metà, ma poi abbiamo fermato le macchine». E specialmente quando al bussa e bussa, senza garanzie di soddisfazione, è seguito un semplice ma eloquente silenzio.

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