De Vergottini: «Non solo ricordo dell’Esodo, ma anche diffonderne la conoscenza»

Intervento del Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati Giuseppe de Vergottini in occasione della Celebrazione del “Giorno del Ricordo” – Palazzo del Quirinale, 09/02/2024

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Quest’anno ricorre il ventennale della legge 92 del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo.

La vicenda dell’Esodo delle popolazioni giuliane è stata per molti anni sottoposta a una non casuale procedura di rimozione dalla storia e quindi dalla memoria degli italiani e soltanto a far tempo dalla adozione da parte del nostro Parlamento della legge che consacra il Giorno del Ricordo si sono poste le premesse per giungere a una considerazione obiettiva e consapevole dell’Esodo e delle sue cause.

La ricorrenza va quindi sottolineata perché dal 2004 la Repubblica si unisce nel ricordare il dramma dell’Esodo giuliano fiumano dalmata, quando il 90 percento della popolazione italiana in seguito all’esito del secondo conflitto mondiale ha dovuto abbandonare il proprio territorio. Per gli esuli l’Esodo è stato conseguenza della instaurazione di un regime politico oppressivo che dopo le atrocità delle foibe aveva reso impossibile continuare a vivere da italiani nelle proprie comunità.

Al mondo degli esuli veniva ridata voce non soltanto per ricordare ma soprattutto per far conoscere anche a chi ignorava quegli eventi, una realtà facente parte della nostra storia nazionale e costruire così una comune memoria che coinvolgesse anche le più giovani generazioni. In questa direzione va oggi il disegno di legge in corso di approvazione inteso a promuovere la conoscenza dell’Esodo nelle scuole tramite appositi percorsi formativi, viaggi degli studenti sui luoghi degli eventi e iniziative dedicate anche alle università e al mondo della cultura.

La ricorrenza odierna consente quindi a tutti noi una riflessione comune sul significato di una scelta politica che ha consentito di interrompere un lungo periodo di incertezza e di considerare in modo obiettivo il significato dell’Esodo dai territori giuliani salvaguardando la memoria di una regione strettamente legata alla storia della nostra comunità nazionale.

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La legge è molto chiara nel dirci cosa dobbiamo fare per rispettarne le finalità.

Quindi, come non ci stanchiamo di sottolineare, questa giornata riconferma il nostro impegno non soltanto al ricordo per chi ha vissuto il dramma dell’Esodo ma a diffonderne la conoscenza.

 

La nostra Federazione e le sue associazioni sono impegnate nel conseguire questo obiettivo promovendo ricerche, pubblicazioni, organizzando convegni, dibattiti e realizzando documentari e mostre tematiche

Le nostre iniziative sono rese possibili dal concorso pubblico previsto dalla legge 72 del 2001 che prevede il finanziamento dei progetti finalizzati al mantenimento della memoria dell’Esodo e della cultura legata alla italianità adriatica. In prospettiva per perpetuare l’azione attuata dalle associazioni in difesa dei diritti e delle aspirazioni della gente giuliano-dalmata si è avanzata l’ipotesi della istituzione di una apposita fondazione da finanziarsi utilizzando i fondi dovuti da Slovenia e Croazia in base al Trattato di Osimo, quali Stati successori della Jugoslavia.

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Voglio sottolineare l’importanza della collaborazione con le nostre Istituzioni che si rivela essenziale per mantenere l’attenzione sull’Esodo.

Non posso non ricordare il ruolo del Ministero dell’istruzione nel provvedere all’aggiornamento del corpo insegnante sulle tematiche di nostro interesse. Nell’anno trascorso la collaborazione col Ministero è stata estremamente positiva. La Federazione ha appoggiato e condiviso la elaborazione delle Linee guida per la didattica della frontiera adriatica elaborate in seno al Ministero e si è impegnata nella organizzazione dei corsi di formazione per i docenti.

Il Ministero della cultura ha approvato lo studio di fattibilità realizzato dall’associazione Coordinamento Adriatico per allestire una sala espositiva in cui ospitare la documentazione sull’Esodo nel complesso del Vittoriano, mentre su iniziativa della Presidente del Consiglio e del Ministro è stato recentemente deliberato un disegno di legge per l’istituzione di un grande museo dell’Esodo da realizzarsi nella Capitale. Si tratta di iniziative destinate a diffondere in larghi strati di futuri visitatori la conoscenza degli eventi che ci riguardano, perfettamente in linea con la legge del ricordo.

Particolarmente intensa è stata poi la collaborazione col ministero degli esteri.

Vorrei in particolare sottolineare l’appoggio offertoci per compiere una mappatura dei luoghi di esecuzione delle vittime civili delle foibe finalizzata alla apposizione di targhe ricordo.

Oggi a ottanta anni dalle tragiche giornate successive al catastrofico 8 settembre 1943 continua una situazione, per noi ingiustificabile e incomprensibile, di mancato riconoscimento dei luoghi delle sepolture delle vittime civili dell’autunno di quell’anno e della primavera 1945. Può sembrare inimmaginabile, ma sulle centinaia di luoghi delle uccisioni mancano segni di riconoscimento. Ai famigliari delle vittime non viene riconosciuta la possibilità di una presenza e di un atto di umana pietà.

E’ quindi doveroso adoperarsi per superare questa inaccettabile situazione anche in sinergia con l’Unione italiana. Nello spirito dell’accordo di collaborazione sottoscritto il 29 luglio 2022 presso la nostra Ambasciata a Zagabria tra la Federazione e l’Unione Italiana partecipiamo al progetto per l’esplorazione dei luoghi di sepoltura, foibe, fosse comuni, ecc. in cui sono stati occultate le vittime italiane delle stragi compiute dai partigiani comunisti jugoslavi dopo l’8 settembre 1943 e a guerra finita.

Questa collaborazione si presenta particolarmente importante perché testimonia il mantenimento di un legame che non possiamo perdere fra le comunità dell’esodo e quelle italiane autoctone ancora presenti nell’Adriatico orientale. E’ in questa cornice che FederEsuli ed Unione Italiana hanno avviato un percorso comune di recupero, valorizzazione e salvaguardia del patrimonio storico e culturale dell’italianità adriatica che è nostra intenzione portare avanti con convinzione.

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Italia, Slovenia e Croazia, grazie agli sforzi congiunti e al progredire del processo di integrazione europea hanno fatto, insieme, passi di grande significato.

Lo testimoniano Gorizia e Nova Gorica designate insieme unica capitale europea della cultura del 2025.

I giovani che vivono ai confini dei nostri Paesi, mantenendo l’orgoglio delle proprie identità, hanno acquisito la consapevolezza di appartenere a un’area con un futuro comune che presenta grandi opportunità – economiche, sociali, culturali – che soltanto la convivenza, la compresenza, il dialogo, la pace possono offrire.

Noi concorriamo al dialogo fra Paesi che si alimenta e si fortifica nell’attenzione costante e reciproca ai diritti delle rispettive minoranze.

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Con queste premesse ringraziamo il Parlamento per l’impegno con cui ha seguito e segue le nostre vicende.

Diamo atto con viva gratitudine al Presidente della Repubblica di essersi costantemente dimostrato attento al patrimonio di valori e ai sacrifici sopportati con dignità e decoro della comunità degli esuli. Siamo grati alla Presidenza del Consiglio, ai Ministeri degli affari esteri e della Cultura per aver seguito con impegno la realizzazione dei progetti finalizzati alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale e al Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’incessante attività diretta a diffondere nelle scuole la conoscenza delle nostre vicende. Auspichiamo infine che in questa Legislatura si possa riunire di nuovo il tavolo tecnico presso cui l’associazionismo della diaspora adriatica si deve confrontare con le ricordate e altre Amministrazioni per risolvere questioni ancora aperte che riguardano la storia e le aspettative del popolo dell’Esodo.

Giuseppe de Vergottini
Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati

 

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