Il_Messaggero

Dal ”Messaggero” un pessimo servizio al Quartiere Giuliano-Dalmata

A seguito della pubblicazione sul quotidiano di Roma “Il Messaggero” di un discutibile servizio giornalistico sul Quartiere Giuliano-Dalmata della Capitale, Marino Micich – direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume, che ha sede nello stesso Quartiere – ha inviato al direttore del giornale, Mario Orfeo, la lettera che riproduciamo integralmente, nella quale sono evidenziati le omissioni e i travisamenti rilevati nella corrispondenza.

 

Egregio Direttore,

 

ho appena terminato di leggere sul giornale da lei diretto l’articolo “Il Villaggio operaio ora è residenziale”, a firma di Marida Lombardo Pijola (pag. 36), e devo subito dire che l’autrice, avvalendosi di alcune affermazioni assai telegrafiche e parziali di molti degli intervistati, non ha reso un servizio valido ai lettori di Roma Capitale.

 

Sono autore di due libri ben documentati sull’argomento in questione dal titolo “I Giuliano-Dalmati a Roma e nel Lazio – l’esodo tra cronaca e storia (1945-2004)” e “Stradario Giuliano-Dalmata di Roma – personaggi luoghi e memorie nelle vie e piazze della capitale” (quest’ultimo in collaborazione con l’esule istriano Gianclaudio de Angelini), che illustrano ben altra storia e capacità dimostrate dagli oltre 10.000 istriani, fiumani e dalmati giunti nella Capitale, dopo mille traversie, e di cui una parte si è poi stabilita nell’ex Villaggio Operaio dell’EUR, diventato oggi un quartiere residenziale.

 

Troppe cose sono state omesse e travisate (ad esempio il ruolo dell’Opera per l’Assistenza ai profughi giuliano-dalmati guidata da Aldo Clemente, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la mancata citazione della Società Dalmata di Storia Patria, dell’A.S. Giuliana e dell’Associazione Triestini e Goriziani, la non corretta citazione del maestro Lodovico Zeriav e non Zeriag, il monumento alla memoria degli infoibati senza un’apposita didascalia ecc., ecc.), l’immagine stessa della nostra comunità appare assi distorta e non rispondente al vero; ma per ragioni di spazio mi limiterò a ricordarle di non aver trovato nel suddetto articolo nemmeno una riga sull’Archivio Museo storico di Fiume, il quale ha sede dal 1964 nell’odierno quartiere e che oltre ad avere una rassegna permanente, con documenti originali sulla storia di Fiume, sulle tristi vicende dell’esodo di oltre 300.000 italiani dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia e sulla tragedia delle foibe istriane, vanta una biblioteca di circa 6.000 volumi, una pinacoteca con una sessantina di opere di artisti giuliano-dalmati e un archivio con oltre 80.000 documenti…

 

Un’istituzione che ha ottenuto nel 1972 dal Ministero della pubblica istruzione e successivamente dalla Soprintendenza per i beni archivistici nel Lazio la qualifica di “sito avente un eccezionale valore storico e artistico” e non ultimo, risulta compresa insieme all’IRCI di Trieste nella Legge n. 92/2004 Giorno del Ricordo”, quale istituzione da tutelare.

 

La nostra Associazione da molti anni promuove la conoscenza della cultura giuliano-dalmata nelle scuole ad ogni livello e in collaborazione con prestigiose istituzioni culturali, inoltre dal 2008 collabora attivamente con il l’Assessorato alle politiche scolastiche di Roma Capitale, per la buona riuscita del progetto speciale “Viaggio nella Civiltà Istriana e Dalmata”. Un progetto che, tra i tanti risultati raggiunti nell’ambito scolastico, ha visto anche la stipula di un accordo di amicizia tra la città di Roma e la città di Fiume (oggi Rijeka-Croazia), siglato in Campidoglio dal Sindaco Gianni Alemanno e da quello di Fiume.  A dimostrazione che lo studio della storia non porta necessariamente a dividere…

 

L’Archivio Museo di Fiume e l’ex Villaggio Giuliano-Dalmata sono meta continua di scolaresche che vengono in visita non solo da Roma o da località laziali ma anche dall’Umbria, dalle Marche, dall’Istria e da Fiume. Numerosi anche i ricercatori, i quali provengono non solo da tutte le parti d’Italia, ma persino dalla Russia, dagli Stati Uniti, dalla Francia, da Malta, dalla Croazia così via.

 

L’ex Villaggio Giuliano-Dalmata nei primi anni Sessanta è diventato il Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma contrassegnato con il n. XXXI ed è la viva testimonianza, non solo con i suoi monumenti, ma anche con le iniziative promosse nel corso del tempo dalle sue associazioni, di essere un cuore pulsante di storia europea e di cultura nazionale volutamente ignorate per lunghi decenni nell’Italia del dopoguerra per ragioni ideologiche oppure per semplice e voluta ignoranza.

 

Sebbene i nostri nonni e i nostri genitori stiano scomparendo i loro figli non dimenticano e articoli così parziali, come quello apparso nel suo giornale, rappresentano un’ulteriore sprone a continuare la nostra battaglia identitaria e culturale, sopravvissuta alle pulizie etniche ed ideologiche di qualsivoglia regime.              

 

Marino Micich

 

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