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Croazia: nuove regole per la pesca (Il Piccolo 16 mag)

FIUME È entrata in queste ore in vigore in Croazia la nuova legge sulla pesca in mare, normativa che nei mesi scorsi è stata al centro d’innumerevoli polemiche e prese di posizione. Diverse pure le pubbliche manifestazioni di protesta tenute dai pescatori dilettanti lungo le coste istriane, quarnerine, dalmate e anche a Zagabria, volte a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su un atto legislativo ritenuto iniquo.

A prescindere dal dissenso, domani si volta pagina, nel rispetto di una legge che – sostengono i suoi creatori – è in armonia con la legislazione europea in materia. La novità più grande è rappresentata dalla nascita di una nuova categoria, denominata piccola pesca costiera, in pratica l’“erede” della piccola pesca, tradizionalmente malvista dai pescatori professionisti, che in essa vedevano una concorrenza sleale. I titolari della licenza per la piccola pesca costiera potranno essere soltanto persone che abbiano compiuto i 60 anni d’età. Non tutte però, ma soltanto quelle con entrate al di sotto della media nazionale. Insomma, gente che vive in ristrettezze economiche o quasi. Nella categoria rientreranno anche i pescatori professionisti in pensione. Gli altri potranno fruire di una proroga, che scadrà il 31 dicembre 2014. Fino allora, un totale di ben 13mila pescatori – benché non professionisti – potranno calare in mare reti, palamiti e nasse. Ma fra quattro anni e mezzo, tale privilegio spetterà solo ai meno abbienti. Un’altra novità di rilievo, quella che sta facendo rodere il fegato ai pescatori professionisti, è che i titolari dei permessi per la piccola pesca costiera potranno per la prima volta vendere pubblicamente il proprio pescato. Lo potranno fare nei luoghi di residenza, in un’area adibita alla vendita al dettaglio, che sarà fissata dal competente organismo delle autonomie locali. La nuova normativa conferisce maggiori poteri a Comuni e Regioni che potranno – fra l’altro – determinare i bracci di mare dove i pescatori sportivi non potranno mettere naso, sulla falsariga di quanto avveniva un paio di decenni fa.

I pescasportivi e quelli ricreativi potranno continuare a usare uno degli attrezzi più popolari nel Paese, ossia il palamito (“parangal” in dialetto), che sembrava dovesse scomparire per legge. Ci sono state in merito tantissime proteste, con la gente che non ne voleva sapere di dovere rinunciare un giorno al “parangal”, attrezzo che ha una tradizione molto lunga e risulta irrinunciabile per una miriade di amanti del mare. Sarà comunque il competente ministero, tramite delibera speciale, a fissare le condizioni d’uso del palamito. Ciò significa che il suo impiego comporterà il pagamento di un balzello speciale. Non muterà nulla per quanto attiene alla pesca con il fucile subacqueo. Potranno usarlo soltanto i pescasportivi, a condizioni ben precise: la caccia potrà essere effettuata solamente in apnea, mai durante le ore notturne, con il subacqueo provvisto di regolare boa segnaletica galleggiante. Il permesso non potrà essere rilasciato agli under 16. Tutto come prima per ciò che riguarda i cittadini stranieri, che potranno acquistare i permessi per la pesca sportiva e ricreativi nelle apposite sedi (agenzie turistiche e società di pesca sportiva).

Se si ha la residenza oltreconfine, non sarà possibile avere la licenza per la piccola pesca costiera. Gli stranieri con cittadinanza croata, e naturalmente over 60 e con basso reddito, potranno invece richiederla.

Andrea Marsanich

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