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Croazia dà ok per gasdotto russo-italiano (Il Piccolo 03 mar)

TRIESTE Croazia e Russia hanno firmato ieri a Mosca un accordo per il passaggio del gasdotto russo e dell'Italia (South Stream) sul territorio di Zagabria. Un accordo sul passaggio e sul rifornimento del gas in territorio croato è stato firmato dal ministro russo dell'energia Sergei Shmatko e dal suo omologo croato Djuro Popijac in presenza dei premier Vladimir Putin e Jandraka Kosor. «Il progetto ha ottenuto un largo consenso internazionale, Bulgaria, Ungheria, Grecia, Serbia e Slovenia si sono già aggiunte alla sua realizzazione», ha detto Putin: «Il vantaggio per tutti i partecipanti, compresa la Croazia che è entrata oggi, è evidente».

La Croazia aveva detto in settembre alla Russia di voler ospitare nel suo territorio il gasdotto South Stream della russa Gazprom e dell'italiana Eni. Mosca e Roma prevedono per il 2013 l'avvio del progetto, con una capacità di 63 miliardi di metri cubi di gas per anno e l'arrivo in Austria, per approvvigionare gli altri Paesi europei. È chiara la strategia geopolitica del progetto: l’approvvigionamento dell’Europa occidentale di gas senza dover passare obbligatoriamente attraverso i gasdotti dell’Ucraina che già in passato, a causa del contenzioso con Mosca, avevano rischiato di far rimanere il Vecchi continente al freddo.

Il 23 giugno 2007, Eni e Gazprom hanno firmato un memorandum d'intesa per la realizzazione del gasdotto South Stream. L'accordo si inseriva in una più ampia intesa strategica che le due compagnie avevano siglato nel novembre del 2006 e che avrebbe permesso a Gazprom di entrare nel mercato della distribuzione e vendita del gas naturale in Italia e a Eni di sviluppare progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Siberia. Nel novembre del 2007, poi, venne firmato un accordo per la costituzione della società South Stream AG, controllata pariteticamente dai due soci, con lo scopo di commissionare lo studio di fattibilità e commerciabilità del progetto. La società venne effettivamente costituita a gennaio dell'anno seguente.

Il 15 maggio del 2009, alla presenza dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, gli amministratori delegati delle due società, Paolo Scaroni e Alexei Miller hanno firmato un secondo documento integrativo del memorandum d'intesa esistente, ribadendo l'importanza del progetto e stabilendone la sua espansione in termini di capacità. Nel frattempo, la Russia ha siglato con Bulgaria, Ungheria, Grecia e Serbia degli accordi intergovernativi che sancivano l'entrata di questi Paesi nel progetto. Accordi di natura commerciale sono stati contemporaneamente firmati da Gazprom con la compagnia serba Srbjiagas, quella greca Defsa e quella bulgara Bulgaria Energy Holding, più la Banca di sviluppo Ungherese.

Analoghi accordi sono poi stati sottoscritti con Slovenia ed Austria. Il 6 agosto 2009, i premier turco, Erdogan, e russo, Putin, hanno firmato, alla presenza di Berlusconi e Scaroni, un accordo intergovernativo che permetterà alla condotta di passare nelle acque territoriali turche del mar Nero.

Mauro Manzin

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