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Cosolini sindaco a Trieste

Roberto Cosolini, candidato del centro-sinistra, è il nuovo sindaco di Trieste. Dopo dieci anni di giunta «azzurra» guidata da Roberto Dipiazza, il Comune cambia clamorosamente colore mentre alla Provincia si conferma il presidente uscente, Maria Teresa Bassa Poropat. A Cosolini è andato il 57,51% dei voti contro il 42,49% dell’avversario, Roberto Antonione, storico esponente del centro-destra giuliano con il quale era andato al ballottaggio.

Nel dettaglio, i votanti sono stati 95.355, ventimila persone in meno rispetto al duello Dipiazza-Rosato del 2006, 1.330 le schede prive di indicazioni e 1.774 quelle nulle. Sette le forze che hanno appoggiato la candidatura di Cosolini: Psi, Federazione della Sinistra, Pd, Sel, Idv, Cittadini e Trieste cambia.

Per il centro-destra, oltre alla candidatura “forte” di Antonione (sostenuto da Pdl, Lista Dipiazza, Lista Antonione, Fiamma Tricolore e Pensionati), si presentavano Massimiliano Fedriga (Lega Nord), Franco Bandelli (Un’altra Trieste, La Destra-Forza Nuova e Giovane Destr@), Edoardo Sasco (Udc) e Michele Lobianco (Fli).

A sconfitta accertata, con indubbio fair play Roberto Antonione ha raggiunto Cosolini augurandogli «buon lavoro». Ed ha aggiunto: «La sconfitta, come la vittoria, va sempre riconosciuta. In questo caso poi i margini così ampi e chiari che si commentano da soli». «C’è poco da analizzare. Gli elettori hanno compiuto una scelta. Scelta che mi penalizza, certo, ma che io accetto, perché credo si debba tornare ad avere rispetto delle regole della democrazia». Antonione non ha mancato di rammaricarsi per il deludente risultato della sua lista: «L’unico dato ad avermi amareggiato è il voto di protesta arrivato dopo 10 anni di eccellente amministrazione. Un segnale che non ha premiato il sindaco uscente. Questo è un dispiacere personale che provo nei confronti di Dipiazza e di quanti hanno operato con lui». «Quello che dobbiamo fare adesso è ripartire e andare avanti con serenità. Anche perché faccio notare che, in fin dei conti, non è morto nessuno. L’esito elettorale va preso con il giusto grado di buon senso che deve accompagnare ogni competizione».

In occasione dello sfregio alla Foiba di Basovizza, scoperto lo scorso febbraio, l’allora candidato Cosolini aveva diffuso una nota di condanna:«Lordare con una scritta offensiva la Foiba di Basovizza segnala una presenza su cui è necessario riflettere e prendere una netta posizione di condanna. Con ogni evidenza, infatti, la scritta non è opera di un frettoloso e sprovveduto vandalo di passaggio; basti osservarne la grafia e la struttura. È un’iniziativa certamente “pensata” in ambienti contrari allo “spirito del 13 luglio”, quello interpretato e voluto dai tre Presidenti e dalla città».

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