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Corriere della Sera – 311007 – Bloccato il francobollo su Fiume “italiana”

ROMA — Tre milioni di francobolli con la facciata del Palazzo del Governatore di Fiume e la scritta «Fiume – terra orientale già italiana» erano arrivati negli uffici postali di tutta Italia, pronti per essere distribuiti a partire dal mattino di ieri. Valore 0,65 euro. Nella tarda serata di lunedì, però, dalle Poste centrali è arrivato lo stop: bloccare la vendita del francobollo su Fiume, città italiana diventata jugoslava dopo la Seconda guerra mondiale e croata dopo il 1991. Fiume, l'Istria e la Dalmazia sono argomenti ancora caldi, in particolare sul confine Nordest: ieri l'Unione degli istriani ha tolto la bandiera italiana dalla sede di Trieste. E Fiume, Istria e Dalmazia sono temi sensibili per i partiti della destra. Subito è intervenuto il presidente della commissione parlamentare divigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, Alleanza nazionale, che da ministro delle Comunicazioni avallò l'emissione del francobollo, decisa dalla Consulta filatelica, assieme a quella di altri due francobolli sulla cultura dalmata e istriana. Landolfi ha dichiarato che la sospensione è «disdicevole»: «Non va dimenticato che dei sessantamila abitanti della città di Fiume 54 mila finirono esuli per amore dell'Italia ». E poi, interrogazioni di Gasparri e Menia (An), proteste dell'ex ministro Giovanardi (Udc).

Cosa è accaduto? Il ministero delle Comunicazioni assicura che non c'è nessuna cancellazione, la distribuzione è soltanto spostata a lunedì 10 dicembre. Perché? La spiegazione è che dal ministero degli Esteri è arrivato un'avviso di opportunità: a metà novembre si terranno le elezioni politiche in Croazia e si trattava di non fomentare polemiche. Questione di buon vicinato e anche interesse a non favorire le forze più estreme di Zagabria. A sua volta, il ministero degli Esteri era stato sensibilizzato dalla diplomazia croata. Così, dalle Comunicazioni è partito lo stop alle Poste.

Nulla passa sotto silenzio che riguardi Fiume e gli altri territori al centro delle contese territoriali fra l'Italia e le nazioni slave. Dopo la prima guerra mondiale ci fu l'occupazione di Fiume da parte di D'Annunzio e dei suoi 9 mila legionari contro la «vittoria mutilata » dell'Italia. La città fu poi annessa dal Fascismo, quindi occupata dai partigiani di Tito nel 1945 e infine assegnata alla Jugoslavia. Di qui le decine di migliaia di italiani che lasciarono case e beni per «rientrare» in patria.

Menia e Gasparri hanno chiesto al ministro Gentiloni chiarimenti su «questa odiosa vicenda, questa umiliante pagina di storia politico-postale che fa il paio con l'annunciata medaglia d'oro al Libero Comune di Zara in esilio, annunciata dall'allora presidente della Repubblica Ciampi e poi cancellata a un giorno dalla cerimonia ». Ieri le associazioni degli esuli sono state ricevute al ministero degli Esteri. Anche un francobllo può riaprire ferite mai ben cicatrizzate.

 

Andrea Garibaldi

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