Conferenza dell’ANVGD Udine dedicata a Italo Svevo

Ecco una storia di amicizia dei fiumani e triestini Posser, Dorini e Bolaffio con Italo Svevo e famiglia tra Trieste, Fiume e il Friuli. È stata raccontata il 15 maggio 2024 alle ore 16 in presenza e in diretta streaming nella sede della Società Filologica Friulana di Udine. L’evento era in occasione della XI edizione della “Settimana della cultura friulana-Setemane de culture furlane”, la rassegna di eventi culturali promossa dalla stessa Società Filologica Friulana, con il contributo, tra i tanti, del Ministero della Cultura e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Dopo il saluto della dottoressa Alessandra Piani, in rappresentanza del professor Federico Vicario, presidente della Società Filologica Friulana, ha parlato il relatore, professore Elio Varutti, portando i saluti di Bruna Zuccolin, presidente del  Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

“È un racconto di gentilezza, di umanità e di accoglienza al confine orientale – ha detto il relatore – Chiara Dorini, esule di Fiume, possiede un anello donatole da Letizia Schmitz-Svevo, figlia di Italo Svevo. Poi lei ha riferito che la nonna Maria Bolaffio di Trieste aveva ricevuto in dono dal grande scrittore il bastone da passeggio. Nonna Bolaffio lo utilizzava per le sue passeggiate a San Lorenzo di Sedegliano (UD), dov’era riparata nella casa avita dei suoceri nel 1944. Anche Cleofe Posser e Lidia Posser, di Fiume, rispettivamente bisnonna e nonna di Chiara Dorini, hanno avuto delle frequentazioni con la famiglia Svevo”. 

È stata illustrata poi la figura di Letizia Svevo Fonda Savio, nata a Trieste il 20 settembre 1897 da Ettore Schmitz (noto per lo pseudonimo di Italo Svevo) e da Livia Veneziani. Compiuti gli studi nella sua città, nel 1919 sposò il triestino Antonio Fonda Savio (1895-1973). Dal matrimonio nacquero i figli Piero (1920), Paolo (1921) e Sergio (1924). Tutti e tre studenti universitari quando scoppiò la seconda guerra mondiale; i primi due furono dichiarati dispersi sul fronte russo, nel 1943, mentre il terzo morì a Trieste il 1° maggio 1945, durante l’insurrezione contro i tedeschi.

Antonio Fonda Savio, con il grado di tenente colonnello e comandante partigiano (col nome di battaglia Manfredi) del Corpo Volontari della Libertà triestino, legato al CLNAI, guidò assieme ad Edoardo Marzari l’insurrezione cittadina di Trieste del 30 aprile 1945 contro gli occupanti tedeschi. In quella occasione il figlio Sergio perse la vita, colpito da una granata durante i combattimenti. Volontario irredento e decorato di medaglia d’argento nella Grande Guerra, Antonio Fonda Savio nel 1938 vide l’onta delle Leggi razziali cadere sulla moglie e sulla suocera, poi perse i tre figli nella seconda guerra mondiale (Pupo R 2022 : 159).

Nel dopoguerra Letizia collaborò attivamente con la madre Livia alla diffusione e alla valorizzazione delle opere di Svevo e, dopo la morte della madre (1957) e quella del marito (1973), continuò da sola tale attività. Commendatore al merito della Repubblica italiana, Letizia fu presidente onorario del Consiglio nazionale Donne italiane e presidente del Comitato provinciale dell’Associazione nazionale delle famiglie dei caduti dispersi in guerra. Letizia Schmitz-Svevo Fonda Savio morì il 26 maggio 1993 nella sua bella casa fra i quadri e i libri di famiglia.

Un’altra fonte – Paola Quargnolo – ha detto che: “So che la signora Letizia Svevo Fonda Savio vestiva sempre di viola o con colori di lutto in memoria dei tre figli caduti nella seconda guerra mondiale e in ricordo del marito; era il 1980 ed ero laureanda alla facoltà di Lettere e Filosofia di Trieste con una tesi sul teatro di Italo Svevo”.

Una ebrea che si salvò dalla deportazione è una componente della famiglia Bolaffio di Trieste. Ha raccontato la signora Chiara Dorini: “Mio papà Arno Dorini e mia mamma Silvana Chiesa si sposarono nel 1944 a San Lorenzo di Sedegliano, in provincia di Udine. Dalla casa della famiglia Chiesa erano appena andati via i tedeschi della Wehrmatch, che dopo l’8 settembre 1943 avevano stabilito lì il loro comando, lasciando 4-5 stanze per la famiglia proprietaria”. Arno Dorini frequentò la prima classe del ginnasio, nell’anno scolastico 1927-1928, secondo l’Annuario del regio Liceo Ginnasio “Dante Alighieri” in Fiume.

“È incredibile che in casa ci fosse pure mia nonna che era ebrea, convertita alla chiesa protestante e poi cattolica – ha detto Chiara Dorini – Quei tedeschi là, tuttavia, non le hanno torto un capello. La nonna era Maria Bolaffio, originaria di Trieste, che morì nel 1995. Aveva sposato Pietro Chiesa, di San Lorenzo di Sedegliano. La famiglia Bolaffio di Trieste ha avuto persone sparite o arrestate dai nazisti e mai più tornate dalla Germania. Mia nonna Maria Bolaffio si salvò, ma non voleva nominare il fatto di essere ebrea, si confidava solo con me. Mi ricordo che chiedevo a mia madre di raccontarmi della nonna Bolaffio, ma mi rispondeva che erano cose vecchie e finiva lì il discorso”. 

Ci sono altre vicende su Fiume? “Mio nonno Pasquale Dorini lavorava al macello di Fiume e abitava con la famiglia in una villa – ha concluso la signora Dorini – perciò una parte della famiglia stava nella città portuale del Quarnaro. Dopo l’occupazione jugoslava del 3 maggio 1945, nonno Pasquale fu imprigionato dai miliziani titini e, per fortuna, scarcerato dopo pochi mesi. Ma tanti suoi amici furono prelevati dalla polizia e scomparvero. Alla villa c’era stata una perquisizione e ormai si temeva il peggio. Mio papà Arno, che aveva combattuto contro gli jugoslavi, e mia mamma Silvana riuscirono a raggiungermi in Friuli, da altri parenti”.

La storia delle famiglie Bolaffio, Chiesa e Dorini, tra Trieste, Fiume e le campagne del Codroipese, è stata riportata nel 2004 da Mario Blasoni sul «Messaggero Veneto». Da ultimo si tenga presente che la conoscenza e la frequentazione tra le famiglie triestine degli Svevo e dei Bolaffio è documentata anche da Umberto Saba, come ha scritto nel suo “Scorciatoie e raccontini” (Saba U 1963 : 78, 170).

In seguito ha preso la parola la stessa Chiara Dorini, socia dell’ANVGD di Udine, leggendo un toccante intervento sui rapporti familiari della famiglia Svevo con i Dorini e i Bolaffio. Livio Sessa, un altro socio dell’ANVGD, ha aggiunto che: “Da ragazzo ho conosciuto Letizia Svevo Fonda Savio, perché era tra le patronesse del mio collegio, avendo io perso il papà, perché prelevato dai titini a Trieste e poi scomparso, e la signora Letizia era sempre molto gentile con noi orfani che le porgevamo un mazzo di fiori”. Ha concluso gli interventi Lorenzo Zanon che ha voluto ricordare “certi personaggi della cultura nati a Sedegliano, come padre David Maria Turoldo, Gilberto Pressacco, Gianfranco Plenizio e Tiziano Tessitori”. Ha ricordato, infine, la presenza di due famiglie istriane profughe di Parenzo, stabilitesi nello stesso paese della pianura friulana.

Chiara Dorini ha poi mostrato agli interessati presenti nel Salone Pelizzo un album familiare di vecchie fotografie e alcuni cimeli donati dagli Svevo Fonda Savio a lei e ai suoi familiari. Al termine dell’incontro, grazie all’Università Popolare di Trieste, sono state distribuite agli studenti alcune copie del giornale più longevo della Croazia, scritto in lingua italiana, «La Voce del Popolo» stampato a Fiume/Rijeka. Fondato nel 1889, è il quotidiano italiano dell’Istria, di Fiume e del Quarnero, edito dalla casa editrice Edit.

L’impugnatura del bastone da passeggio di Italo Svevo

Fonti orali; interviste di Elio Varutti con taccuino, penna e macchina fotografica del 28 marzo 2022 a San Lorenzo di Sedegliano (UD), se non altrimenti indicato.

 – Chiara Dorini, Fiume 1945.

– Paola Quargnolo, Udine 1958?, int. a Udine del 31 marzo 2022.

– Giacomo Urbani, Venezia 1946.

Bibliografia e fonti del web

– Annuario del regio Liceo Ginnasio “Dante Alighieri” in Fiume, anno scolastico 1925-1928.

– Mario Blasoni, “Chiara Dorini, ritorno a Fiume dopo 60 anni”, «Messaggero Veneto» del 28 giugno 2004.

– Raoul Pupo, Trieste ’45. Dalla risiera alle foibe (1.a ediz.: Bari-Roma, Laterza, 2010), Milano, RCS MediaGroup, 2022.

– Paola Quargnolo, L’ “officina laboriosa” – il teatro di Italo Svevo, tesi di laurea, Facoltà di Lettere e Filosofia di Trieste, relatore prof. Roberto Damiani, anno accademico 1980-1981.

– Umberto Saba, Scorciatoie e raccontini (1.a ediz.: 1946), Milano, Mondadori, II ediz., 1963.

– Letizia Svevo Fonda Savio, Mio padre, Italo Svevo, a cura di Sergio Falcone, on line dal’11 novembre 2015 su  forumcommunity.net

Progetto e ideazione di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine. – Interviste a cura di Elio Varutti, docente di Sociologia del ricordo. Esodo giuliano dalmata all’Università della Terza Età (UTE) di Udine. Ricerche e Networking di Tulia Hannah Tiervo, Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Chiara Dorini, Fulvio Pregnolato. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine. Fotografie da collezioni private della famiglia Dorini e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/ 

Fonte: Elio Varutti – 17/05/2024

 

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