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Commemorato il 12 giugno dall’UdI (UdI 12 giu)

COMUNICATO STAMPA UNIONE DEGLI ISTRIANI

Ampia partecipazione stamani alle due cerimonie promosse dall’Unione degli Istriani e dalla Lega Nazionale con l’UGL – Polizia di Stato per ricordare il 64° anniversario della liberazione di Trieste dall’occupazione jugoslava (1 maggio – 12 giugno 1945).

Poco dopo le ore 10.00 nel parco della Rimembranza il primo momento toccante con la deposizione di corone davanti al Monumento agli Infoibati alla presenza delle autorità, dove il presidente dell’Unione degli Istriani Massimiliano Lacota ha ribadito, nel suo intervento e ripercorrendo le fasi salienti di quel periodo, la necessità di porre fine a qualunque strumentalizzazione politica sul periodo di terrore dei cosiddetti “quaranta giorni” di occupazione jugoslava: “A sessantaquattro anni da quei fatti che hanno segnato la città, lasciando una profonda ferita mai sanata adeguatamente, si cerca ancora una volta, una riconciliazione basata sulla negazione della giustizia e sullo stravolgimento della realtà: non è di questo che Trieste ha bisogno e non è certamente così che potremo onorare la memoria di questi martiri” ha affermato Lacota. “Si deve agire nella logica profonda del consolidamento di quelle verità che devono necessariamente entrare a far parte di quel patrimonio inseparabile di una intera comunità nazionale, e soprattutto di quello dei paesi limitrofi”.

Lacota ha anche annunciato la riformulazione alle forze di maggioranza in Comune ed allo stesso Sindaco Dipiazza della richiesta di elevare il 12 giugno a solennità cittadina. “Questa data e solo questa data, universalmente, rappresenta per Trieste ed il suo territorio la fine della seconda guerra mondiale ed elevarla a solennità di Trieste è un atto dovuto che merita il sostegno incondizionato di tutta la cittadinanza, ed anche della componente slovena che subì la medesima ed ingrata sorte”.

Dopo la deposizione di corone anche al monumento ai caduti, sulla sommità del colle, la cerimonia è proseguita all’interno della caserma di via Damiano Chiesa, oggi sede della Scuola di Polizia ma all’epoca dei “40 giorni” luogo di raccolta e concentramento di prigionieri allestito dai partigiani jugoslavi. Sulla parete di un edificio, è stata scoperta alle 11.30 una lapide in memoria dei molti civili e militari che furono deportati da quel luogo dopo torture ed interrogatori. A togliere il vello il Prefetto di Trieste Giovanni Balsamo ed il Presidente della Lega Nazionale Paolo Sardos Albertini, il quale, dopo la benedizione di don Paolo Rakic, è intervenuto per ricordare l’importanza dell’iniziativa, sostenuta finanziariamente dalla Lega stessa.

L’epigrafe riporta testualmente : “Nei giorni dell’occupazione Jugoslava del maggio-giugno 1945 questa caserma fu trasformata in orrida prigione – dei tanti civili e militari italiani da qui deportati molti non fecero ritorno” e servirà da monito e testimonianza a tanti giovani allievi che transiteranno oggi e nel futuro per le strutture della Scuola.

Nel suo intervento conclusivo, il segretario provinciale dell’UGL-Polizia di Stato Edoardo Alessio, ha ringraziato il Ministero dell’Interno ed il direttore della Scuola di Polizia per aver permesso di aggiungere un ulteriore e prezioso tassello a beneficio della verità storica su uno dei periodi bui della storia di Trieste.

Numerosa la presenza di labari e bandiere delle associazioni degli esuli e combattentistiche ed arma e di un folto gruppo di persone.

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