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Com’erano bravi gli atleti delle terre perdute (Il Piccolo 01 lug)

Sono 165 e rappresentano le discipline sportive più diverse, dall’atletica leggera al calcio, dall’hockey su prato al pentathlon. Alcuni sono nati negli ultimi anni dell’ottocento, altri nella seconda metà del secolo scorso. Ma tutti sono accomunati dalla stessa origine: sono figli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia e sono raccontati e catalogati dal giornalista triestino Dante di Ragogna nel libro intitolato “Atleti delle terre perdute” (pagg. 245, edizioni Luglio), in distribuzione in questi giorni. “Sono atleti di grande valore – scrive di Ragogna nella prefazione – campioni che hanno onorato lo sport, la maglia azzurra, le società cui sono appartenuti negli anni della loro prorompente giovinezza”. E’ un libro particolare quello di Dante di Ragogna: permette di scoprire, accanto ai più famosi, come il campione del mondo dei pesi medi Nino Benvenuti, il marciatore olimpionico Abdon Pamich, lo scattista Ottavio Missoni, diventato ancor più famoso come stilista, sportivi che non hanno avuto la stessa fortuna, ma hanno sofferto anch’essi le vicende del dopo guerra, trasferendo nello sport la voglia di vivere e di continuare. Il tutto con ampio corredo di fotografie storiche, spesso rare, sempre interessanti. In coda la storia di alcune società esuli: dalla Libertas di Capodistria alla nautica Pullino di Isola, dalla Pietas julia di Pola all’Ampelea, anch’essa di Isola, per finire con la Fiumana, il Grion di Pola e la Ginnastica Zara. (u.s.)

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