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Codici danteschi trascritti a Isola d’Istria (Voce del Popolo 26 ott)

ISOLA D'ISTRIA – In occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo e alla vigilia del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, il Laboratorio di Storia Isolana, organizzato dalla Comunità Autogestita, ha dedicato la serata di venerdì a Dante Alighieri, padre della lingua italiana ed antesignano dell’Unità d’Italia. Il relatore, Silvano Sau, ha introdotto l’argomento ripercorrendo l’enorme diffusione della “Divina Commedia” nel periodo successivo alla morte del sommo poeta e, contemporaneamente, la totale perdita delle tracce di qualsiasi manoscritto, firma o altro documento originale scritto da Dante stesso. Si è poi passati ad alcune leggende e miti popolari sui presunti passaggi del poeta ad Isola o in Istria. Esiste addirittura una cartolina d’epoca, raffigurante Casa Delise, che riporta la didascalia secondo la quale Dante vi avrebbe pernottato nell’ottobre del 1308 – mentre secondo dati più accurati, tra il 1308 e il 1310 egli si trovava in Francia, per cui risulta impossibile il soggiorno in terra isolana.

Il tema centrale dell’incontro è stato comunque la discussione riguardante i due Codici danteschi, trascritti entrambi proprio ad Isola. Quello datato 1395, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, e quello finito tra il 1398-99, situato nella Biblioteca Marciana di Venezia. Quest’ultimo è stato copiato da un certo Pietro Campenni, notaio e cancelliere municipale di Tropea, e riporta le note ed i commenti di Benvenuto da Imola, tra i primi e più antichi commentatori del poema. Il Codice, composto di 285 fogli di pregiata pergamena, ai primi del Quattrocento sconfinò in Spagna e poi in America per lunghi anni. Nel 1935 il Governo italiano ne comunicò l’acquisto e dunque il suo rientro nel Paese, che si realizzò come dono di Mussolini alla Biblioteca veneziana, in cui si trova ancora oggi. Per il legame con Isola, dove il Codice è stato interamente trascritto, Sau ha auspicato la realizzazione del progetto, pensato assieme al Centro di ricerche storiche che opera in seno all’Università capodistriana.

Si vorrebbe, infatti, raggiungere un accordo con la biblioteca di Venezia, per fotografare tutte le 285 pagine del prezioso documento, e portarle poi ad Isola, dove il Codice sarebbe esposto permanentemente nella sua versione integrale. I prossimi appuntamenti del “Laboratorio di storia isolana” sono in calendario venerdì, 5 novembre, con la storia del cimitero di Isola e il 26 novembre, con la tematica della pesca in città, presentata in concomitanza con il conferimento del Premio Isola d’Istria 2010. (jb)
 

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