«L’incontro che auspicabilmente avverrà a Trieste tra i Presidenti delle Repubbliche italiana, slovena e croata in occasione del concerto del maestro Riccardo Muti potrà essere un altro significativo passaggio per riflettere insieme sul passato e per pensare al futuro di queste terre». Così il presidente del comitato Angvd di Trieste, Renzo Codarin, sulla questione politica e diplomatica che ruota attorno all’evento del 13 luglio. «Sono fortemente preoccupato che l’iniziativa sia sempre più a rischio – continua Codarin -. Sarebbe un’occasione persa. Apprendo dalla stampa locale che durante questo evento il Presidente Giorgio Napolitano dovrebbe ricordare i fatti dell’ex Balkan, rendendo omaggio a quel luogo, come atto e simbolo delle violenze che subirono da allora gli sloveni e i croati. È giusto ricordare le responsabilità dell’Italia. Ma voglio ricordare che a due passi dall’ex Balkan, in piazza della Libertà c’è un altro monumento da onorare, quello che ricorda gli esiti tragici di un altro totalitarismo ed un altro nazionalismo, quello sloveno e quello croato, che sconvolsero dopo la seconda guerra mondiale la Venezia Giulia e che costrinsero all’esodo 350mila istriani, fiumani e dalmati. È quell’esodo, lungo e doloroso, che il 10 febbraio il Presidente Napolitano ricorda. Ora è giunto il momento di ricordare tutto».
Intanto, il presidente della sezione di Trieste dei Dalmati nel mondo, Renzo de’ Vidovich, conferma in concomitanza con l’evento del 13 luglio «le manifestazioni per il 90° anniversario dei Caduti contro la snazionalizzazione della Dalmazia».
