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Carta d’identità rinnovata? Non entri in Croazia (Il Piccolo 04 lug)

di MARTINA MILIA

TRIESTE Per andare al mare nel fine settimana serve il passaporto. Un assurdo? Non per triestini, goriziani e pordenonesi dotati della carta di identità elettronica (Cie). Questo perché la Croazia è uno dei Paesi, insieme a Svizzera, Romania, Tunisia, Turchia, Egitto e Bulgaria, che non accettano il documento cartaceo che il Ministero dell’Interno si è “inventato” per prorogare di cinque anni – come prevede il decreto legge 112 del 2008 – il documento di identità digitale. Risultato: negli ultimi due anni chi ha rinnovato il documento si è trovato respinto alla frontiera. Ironia della sorte vuole che la cara vecchia carta di identità cartacea – quella che costa solo 5 euro contro i 25 della elettronica e che viene rinnovata con un semplice timbro – sia accettata, invece, senza difficoltà.

LA PROROGA Il legislatore, nell’estate del 2008, ha stabilito che la validità dei documenti di identità passa da cinque a 10 anni e che la proroga si applica alle carte d’identità nel momento in cui scadono i cinque anni. Sin qui nulla di complicato. Nel caso del documento cartaceo il cittadino se la cava con un timbro, applicato all’ufficio anagrafe, con la dicitura ”Validità prorogata ai sensi dell’articolo 31 del D.L. 25/6/2008 n.112 fino al… ”. E per le carte di identità elettroniche? Il timbro in questo caso non è possibile e il chip non viene nemmeno preso in considerazione. Le anagrafi, su disposizioni statali, rilasciano al cittadino un foglietto di carta da consegnare assieme alla tessera magnetica in caso di controllo. Il foglietto, con il timbro e le indicazioni del Comune, garantisce la proroga.

ALLE FRONTIERE Peccato che la trovata del Ministero all’estero sia poco gradita. E così, dopo che alcune frontiere, tra cui la Croazia, hanno iniziato a rispedire a casa i cittadini senza farsi impietosire da auto piene di bagagli o vacanze già pagate, da Roma è arrivata la soluzione: una circolare che invita le anagrafi dei comuni in cui la Cie è in funzione (in regione sono Trieste, Gorizia, Pordenone e San Vito al Tagliamento) a informare i cittadini che si devono recare nei Paesi dove la proroga di carta è mal vista, a dotarsi di passaporto. Il che significa, per i cittadini, spendere dai 50 ai cento euro (qualora si scelga il passaporto elettronico).

A TRIESTE L’anagrafe del Comune di Trieste visti i prodigi della tecnologia, consiglia ai cittadini che vanno abitualmente all’estero di rifare la carta ex novo con validità decennale. Questo significa quindi spendere altri 25 euro. ”Problemi alle frontiere – spiegano all’ufficio carte d’identità elettroniche – se ne sono avuti anche con la proroga della carta tradizionale. In realtà dipende molto da chi si incontra. In Croazia è stato contestato anche il timbro di proroga sulla vecchia carta. Ecco perché è meglio rifare la carta da zero”.

A GORIZIA Il capoluogo isontino è il primo ad aver sollevato i problemi. L’assessore ai servizi demografici, Segio Cosma, ha allertato la Prefettura – che a sua volta ha richiesto l’intervento dei prefetti romani – in due occasioni. La prima volta quando dal Ministero era stata data indicazione di realizzare la proroga cartacea su un foglio A 4 – ”che dopo la nostra richiesta è diventato per fortuna A8” – e la seconda quando le frontiere hanno iniziato a respingere i possessori di Cie. «In quel caso, purtroppo, – dice Cosma – la risposta è stata la circolare che ci invita ad avvisare i cittadini che devono recarsi in quei Paesi di munirsi di idoneo documento, ovvero passaporto».

LINEA IN TILT Ma il rinnovo cartaceo non è l’unica grana della carta di identità elettronica. Lo sa bene il Comune di Gorizia che da mesi non ne emette a causa di problemi al software del Ministero che non consentivano di stampare correttamente la tessera elettronica. Ora i problemi “di linea” sembrano rientrati «ma resta l’incognita tempo – spiega l’assessore Cosma -. Dai primi rilievi sembra che per stampare una Cie ora servano 45 minuti, un tempo che certo non possiamo chiedere ai nostri cittadini, quando invece per stampare una carta d’identità tradizionale servono pochi minuti. Per questa ragione questa settimana valuteremo come riattivare il servizio senza scaricare eventuali disagi sull’utenza». Una soluzione potrebbe essere la carta ”per appuntamento”, con la possibilità di ritirarla il giorno dopo senza dover attendere in fila. Ancora una volta, sarà la buona volontà degli amministratori a dover correggere la cattiva applicazione della tecnologia.

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