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Cala l’attenzione degli italiani sull’esodo giuliano-dalmata (Inform 01 feb)

ROMA – Viene reso pubblico in queste ore il nuovo sondaggio commissionato dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia alla Ferrari Nasi Ricerche alla vigilia del Giorno del Ricordo, che il 10 febbraio richiamerà l’attenzione dell’opinione pubblica sulla tragedia delle Foibe istriane e sull’Esodo degli italiani da Istria, Fiume e Dalmazia al termine della seconda guerra mondiale. Si tratta di un campione rappresentativo di tutto il territorio nazionale, al quale è stato chiesto il grado di conoscenza dei termini “Foibe” ed  “Esodo giuliano-dalmata”.

Dall’indagine è emerso come  a tutt’oggi il significato della parola “Foibe” sia conosciuto con esattezza dal 38% della popolazione, con un arretramento del 3% rispetto al medesimo sondaggio del 2008. Il sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi considera tale diminuzione all’interno di una possibile “fluttuazione statistica”. Ben più significativa è invece la “perdita di memoria” degli italiani sull’Esodo giuliano-dalmata, conosciuto dal 16% della popolazione, con un arretramento di ben 7 punti percentuali rispetto a due anni orsono.

Secondo l’ANVGD questo netto calo va imputato ad una serie di concause:  l’allontanarsi nel tempo dell’effetto della fiction Rai “Il cuore nel pozzo”, che nel 2005 ebbe oltre 10 milioni di spettatori e che la Tv pubblica non ha ancora  replicato; la disaffezione dei media, che relegano l’argomento ad un giorno all’anno, in tarda serata o con due righe, come un obbligo da evadere senza particolare interesse; l’eccesso di attenzione sulle Foibe, tralasciando spesso l’Esodo di enormi proporzioni che costrinse alla fuga, abbandonando ogni avere, centinaia di migliaia di italiani mai più rientrati nelle loro case.

Sempre dal sondaggio emerge la figura dell’italiano maggior conoscitore della tragedia delle Foibe: maschio, sotto i 35 anni, abitante nel Triveneto, diplomato, classe sociale bassa, di centrosinistra. Secondo l’ANVGD in questo ambito appaiono evidenti  gli effetti dell’azione svolta nelle scuole dalle Associazioni degli Esuli e della stessa dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Un lavoro che è riuscito anche a far recuperare la memoria storica a quella parte della politica italiana che per decenni l’aveva ignorata. Per quanto concerne l’ “Esodo giuliano-dalmata” il profilo che dimostra maggior sensibilità è invece diverso: maschio, oltre i 56 anni, abitante nel Triveneto, laureato, classe sociale medio-alta, di centrosinistra. In questo caso gioca a favore il ruolo della memoria storica di chi il dramma degli esuli lo ha visto con i propri occhi.

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ricorda inoltre come gli esiti del sondaggio dell’ANVGD (v. www.anvgd.it/PDF/Sondaggio_2010_ANVGD_Esodo_e_Foibe.pdf,) non scalfiscano l’opera infaticabile dei tanti rappresentanti degli esuli (la sola ANVGD lavora sul territorio con 55 uffici provinciali), impegnati in questi giorni a predisporre le manifestazioni che ricorderanno il 10 febbraio 1947, quando il Trattato di Pace di Parigi lasciò fuori dai confini nazionali un intero popolo, costringendolo all’esilio sotto la spinta dei partigiani di Tito. Sono centinaia gli appuntamenti già programmati, che l’ ANVGD aggiorna continuamente sul sito www.anvgd.it dove una sezione speciale è dedicata al Giorno del Ricordo. In questo settore del sito si trova anche il manifesto ufficiale del Giorno del Ricordo 2010 e la dispensa del presidente dell’ ANVGD Lucio Toth sui motivi che portarono alla tragedia delle Foibe. Inoltre nella home page è possibile scaricare una dispensa, sul profilo storico della Venezia Giulia e Dalmazia, curata da Guido Rumici e prodotta dalla Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati per conto del ministero dell’Istruzione Università e Ricerca.(Inform)

 

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