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Borsa del pesce in rosso a Parenzo (Il Piccolo 10 giu)

A Fiume il mercato del pesce è stato chiuso a cinque anni dall’inaugurazione, a Parenzo è in crisi profonda ma non si parla di chiusura anzi si pensa al suo rilancio, il futuro però rimane tutto da decifrare. I mercati del pesce all’ ingrosso aperti quattro anni fa grazie anche ai finanziamenti arrivati dall’Europa si stanno rivelando un grosso flop, soldi buttati al vento. Ed è paradossale un fatto del genere, considerato il notevole ruolo della pesca nell’economia croata con la costa ancora molto pescosa.

 

I mercati, chiamati anche borsa del pesce, erano stati concepiti come naturale punto di riferimento di pescatori e commercianti nei quali avrebbe dovuto vigere la regola della domanda e dell’ offerta. Invece nulla di tutto questo. Come mai? La stampa croata scrive che nel paese non è ancora maturata la volontà di fare le cose alla luce del sole, o meglio sotto gli occhi del fisco per cui le varie forze in campo in questo settore preferiscono operare in nero, non alla luce del sole. L’economia grigia dunque, quella che in Croazia annualmente sottrae al bilancio entrate fiscali per 6 miliardi di euro, si sta rivelando una patata bollente sulla quale nessuno vuole mettere le mani, almeno per quanto riguarda la pesca.

 

Ed è così che si spiega la chiusura del mercato del pesce all’ ingrosso di Fiume, con il conseguente licenziamento dei 7 lavoratori. Anche quello di Parenzo si trova in rosso, ma stranamente viene mantenuto in vita, fino a quando non si sa. Per la sua realizzazione erano stati impiegati 750mila euro stanziati dal progetto UE Fish.log, (fondi italiani del Governo italiano, della Regione Friuli Venezia Giulia e della Regione Emilia Romagna) e 1.320.000 euro messi a disposizione dal Ministero dell’agricoltura e della pesca, dalla Regione e dal Comune di Parenzo. L’imponente struttura non è mai decollata come borsa del pesce. Il suo impiego si è ridotto a vano affittato a una società di pescatori il che annualmente porta in cassa solamente 4 mila euro mentre i costi di gestione sono di 60mila euro. Il passivo viene regolarmente appianato dalle dotazioni annuali nel bilancio regionale che, stando a quanto scrive la stampa, non avrebbe riscontro nelle decisioni e nei decreti approvati in sede di Assemblea regionale.

 

Il portale “Ipress” scrive che dal 2008 al 2010 la Regione avrebbe stanziato al mercato del pesce ben 710mila euro. Una cifra enorme che non ha trovato spiegazione: alla richiesta di chiarimento i competenti organi regionali si sono limitati a dire che il mercato è stato realizzato in base a un contratto internazionale. E hanno poi sottolineato che prossimamente si procederà alla sua ricapitalizzazione per farlo camminare da solo. Intanto la spiegazione data dal Ministero dell’agricoltura croata sul flop sui mercati del pesce è chiara: «É stato costruito prima il tetto e ci siamo dimenticati delle fondamenta».

 

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