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Anvgd Ferrara, Giorno del Ricordo senza gli occhiali dell’ideologia” (Estense 17feb15)

 

“Per la nostra città è un dovere celebrare il Giorno del Ricordo perché Ferrara fu sede di uno dei 109 campi profughi italiani in cui trovarono asilo centinaia di esuli”. Il vicesindaco Massimo Maisto parte dal ruolo di palazzo Pendaglia alla fine della seconda guerra mondiale per presentare il programma delle celebrazioni del Giorno del Ricordo, istituto per legge il 10 febbraio dal 2004, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle tragiche vicende del confine orientale. Una terribile pagina della nostra storia che ci tocca da vicino: dal 1944 al 1949 l’edificio scolastico che oggi ospita l’istituto Vergani Navarra, allora sede dell’istituto magistrale con entrata in via Romei 12, era stato adibito prima a rifugio per gli sfollati a causa dei bombardamenti aerei e successivamente, a seguito dell’arrivo nella penisola di persone che hanno abbandonato le loro terre in Istria, Fiume e Dalmazia, a Centro Raccolta Profughi dove trovarono asilo anche italiani provenienti dalle ex colonie africane e dalla Grecia. A presentare il calendario delle celebrazioni, definito da Maisto “un programma vario e interessante che unisce momenti istituzionali a incontri ludici per far conoscere meglio gli accadimenti drammatici che hanno interessato il nostro confine orientale durante e dopo la seconda guerra mondiale”, è Flavio Rabar, presidente del Comitato Provinciale di Ferrara dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Il comitato ferrarese dell’Anvgd è in prima linea per rinnovare la memoria della tragedia dalmata e del confine orientale, ma sono diversi gli enti che hanno collaborato alla programmazione del Giorno del Ricordo tra cui Comune di Ferrara, museo del Risorgimento e della Resistenza, sezione cittadina dell’associazione Nazionale dei Partigiani Cristiani e l’istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. Una rete che coinvolge diversi enti perché, come specifica Rabar, “non ci sono giustificazioni per i soprusi, le foibe, l’esodo: le vicende dell’Istria, Fiume e Dalmazia vanno guardate senza gli occhiali dell’ideologia”.

 

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