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ANVGD Bergamo, due monumenti ai Martiri delle Foibe

In occasione del Giorno del Ricordo 2012 il Comune di Ponte S. Pietro (Bergamo) ha onorato i Martiri delle Foibe e gli Esuli dedicando loro un monumento, apposto in Piazza Martiri delle Foibe. Una bella pietra, simile a quelle del nostro Carso, ma proveniente dalle montagne bergamasche, a dimostrazione proprio dell’unione tra la terra che ci ha accolto e quella delle nostre radici, unite ambedue dal Leone di S. Marco.

 

Il Sindaco, Valerio Baraldi, ha voluto che sulla targa apposta sulla pietra ci fosse, accanto al nome del Comune, anche quello della nostra Associazione, dimostrando grande stima nei confronti del Comitato provinciale, presieduto da Maria Elena Depetroni.

 

Sempre per il Giorno del Ricordo 2012, un altro Comune della provincia di Bergamo, Ponteranica, ha inaugurato una stele dedicata ai Martiri delle Foibe ed agli Esuli dell’Istria, del Quarnaro, della Dalmazia. L’inaugurazione è avvenuta con una bella cerimonia, alla presenza delle Autorità, dei rappresentanti il Comitato di Bergamo, della cittadinanza. Il Sindaco, Simone Aldegani, ha rivolto a noi esuli un commovente e sentito discorso, nel quale ha avuto la sensibilità di inserire parole di Padre Flaminio Rocchi.

 

«C’è un passo tratto da L’esodo dei 350.000 che vi voglio leggere: “L’esodo è quello dello studioso che saluta il Leone di S. Marco, ma anche del contadino che stacca le scarpe dalla sua terra; dello storico che abbandona la loggia veneziana e della casalinga che spegne l’ultima brace del suo focolare; del prete che bacia il suo altare e della vecchia che accarezza la croce del suo cimitero; del Sindaco che chiude il portone del suo municipio e del campagnolo che scioglie la cavezza dell’asino che resta; del patriota che stringe la sua bandiera e dell’operaio che ripiega la tuta; del deportato, dell’infoibato e del bimbo, in braccio, che guarda e non comprende le lacrime della madre. L’esodo non è una barca che può ritornare. È una radice strappata dalla crepa di una pietra sacra”. Una pietra appunto, quella che d’ora in poi accoglierà il nostro saluto, il nostro ricordo, la nostra pietà, la nostra preghiera. Voi siate per sempre i benvenuti».

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