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29nov12 – LETTERA DEL NUOVO PRESIDENTE ANVGD AGLI ASSOCIATI

Lettera aperta agli Associati dal nuovo Presidente Ballarin

 

Care Amiche e cari Amici,

 

L’ultimo Congresso mi ha designato come Presidente della nostra Associazione. Io, un mulo del Villaggio Giuliano-Dalmata di Roma, figlio (nel vero senso) della nostra tragedia, mi sono ritrovato investito di una responsabilità impegnativa. Chi conosce la mia esperienza umana (una sintesi si trova al sito www.villaggiogiulianodalmata.it)  sa anche che non cerco e non ho mai cercato posti di governo, così come sa che sono una persona molto più interessata alla sostanza delle cose piuttosto che alla loro forma esteriore.

 

I miei grandi maestri sono stati i miei genitori, che hanno vissuto l’esilio e le difficoltà della faticosissima vita, dentro la fede cristiana, insegnandomi il rispetto ed il ringraziamento per ciò che ho intorno, l’accoglienza del mio prossimo e, soprattutto, la passione, pura assoluta, tenace e viscerale, per la nostra Terra.

 

Non nego che, davanti all’ipotesi che andava formandosi tra i componenti del Consiglio in merito alla mia candidatura, abbia cercato in tutti i modi di sottrarmi. Ho sempre pensato che i posti importanti dovessero essere occupati da persone con caratteristiche più politiche, o da grandi oratori, oppure, ancora, da persone dall’ampia cultura e dalla provata capacità dialettica. Beh, personalmente non mi sento di appartenere a nessuna di queste tipologie umane. Sono una persona semplice, schietta, non litigiosa, molto appassionata della vita. Tuttavia, ho un vantaggio rispetto ad altri: ciò che molti studiosi, giornalisti e politici hanno dovuto studiare in merito alla nostra vicenda, io l’ho vissuta per esperienza diretta e sono stato accompagnato nella mia adolescenza da testimoni autentici, veri e propri monumenti della storia.

 

In uno degli interventi che mi è stato chiesto in seguito all’elezione, dicevo che: «per chi è figlio della storia devastante rappresentata dalla frantumazione della vita, come esodo e foibe hanno determinato, il senso di appartenenza diventa urgenza di giustizia, ma la memoria storica, al contempo, non è semplice ricordo, ma memoria attiva». E un po’ più avanti: «la nostra Memoria [ovvero, ciò che intendo per memoria attiva] è la coscienza comunitaria e collettiva del chi siamo e quale ruolo abbiamo in una Nazione bella e complessa come la nostra; la nostra Presenza è la declinazione storica [ovvero, con i nostri progetti, con la nostra gente, con il nostro essere] di questa percezione. Dall’insieme di queste due leve decisive nasce e si rigenera la cultura di un popolo».

 

Qualcuno, non solo tra i nostri nemici ma anche, ahimè, tra i nostri, rari, amici, pensava che con l’estinzione naturale della generazione dell’Esodo potesse terminare la nostra vicenda. Invece, la Nostra Storia continua ed il perché è presto detto. Il colossale conflitto umano che abbiamo portato avanti nel tempo, ha conquistato tanti obiettivi. Uno tra tutti: la legge sul giorno del Ricordo. Ebbene, quella legge, mentre molti pensavano fosse un punto di arrivo, è stata trasformata da noi come un punto di partenza. Dalle attività scaturite in seguito a quella legge, la Nostra Storia non solo è stata riconosciuta ed elevata ai livelli dei grandi drammi del Novecento, ma ha permesso di porre una riflessione, anche tra le persone più distratte, su come la vicenda storica che ci riguarda sia una grande battaglia di civiltà e di cultura, ovvero di principi che vanno oltre il tempo e per questo permangono e non si spengono con lo spegnersi di una generazione.

 

Mi piacerebbe conoscere ognuno di Voi. Abbracciare, dialogare e scaldare il cuore delle persone anziane, imparando storie da loro. Progettare e fare iniziative con ognuna delle persone della mia generazione. Insegnare non solo ciò che conosco, ma trasferire la mia stessa passione a favore delle nuove leve, in maniera che respirino a pieni polmoni il concetto di appartenenza alla Nostra Terra. Non importa se sei nato fuori da essa, perché ne sei parte integrante, in un’idea di popolo che non finirà finché anche uno solo di noi andrà a mettere un fiore sulla tomba di uno dei suoi avi. Da ciò deriva il senso della nostra unità.

 

La nostra unità nasce dalla Nostra Terra. Siamo figli della costa orientale del Golfo di Venezia. E là che ci porta il nostro cuore. Ed è là, stranamente ed imprevedibilmente, che la nostra natura umana trova adeguata ricompensa.

 

Nelle sfide che ci attendono ed in questo rinnovato vigore che investe noi tutti, Vi chiedo di aderire ad un’iniziativa semplice ma estremamente importante in questa fase storica. A ridosso dei nostri momenti comunitari che cominceranno a popolare incontri sociali e tavoli di amicizia, chiedo a tutti noi di impegnarci per il tesseramento e gli abbonamenti a “Difesa Adriatica”, lo storico mensile della nostra Associazione. In particolare vi chiedo di portare avanti un’iniziativa già vista in alcuni comitati, semplice ed efficace:

 

per Natale, regala ai tuoi amici un nuovo tesseramento all’Associazione

presso il tuo Comitato di appartenenza

e/o un nuovo abbonamento a “Difesa Adriatica”

 

Mantenere viva la Nostra Memoria è più facile se lo si fa nella mutua solidarietà ed in compagnia.

 

Vi ringrazio e sono certo che, con il vostro aiuto, non deluderò la fiducia che mi è stata da voi concessa,

Antonio Ballarin

Pomezia, 28 novembre 2012

 

 

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