da Il Piccolo del 30 luglio 2009
Il modello di pagamento del pedaggio autostradale tramite bollini prepagati, introdotto in Slovenia l'anno scorso, avrebbe avuto come obiettivo «diminuire le spese ai conducenti sloveni a scapito di quelli stranieri in transito». Lo mostra una lettera inviata all'allora premier Janez Jansa dal vicedirettore di Autostradale slovene (Dars) Jan Oplotnik, pubblicato dal quotidiano «Dnevnik» della capitale. Secondo il giornale, il governo di Lubiana era consapevole che l'introduzione di bollini solamente per periodi lunghi, di sei o 12 mesi, rispettivamente del prezzo di 35 e 60 euro, era discriminatorio per i viaggiatori stranieri in transito, in particolare dall'Austria, dall'Italia e dalla Croazia. «La variante che vi propongo – ha scritto Oplotnik al primo ministro – è notevolmente più favorevole per gli utenti locali, e proporzionalmente pesa di più su quelli stranieri che usano le autostrade solo poche volte all'anno o solamente nei periodi ferie».
Dall'introduzione del nuovo sistema il 1 luglio 2008, che ha sostituito il pagamento agli sportelli autostradali, la Slovenia si era trovata sotto una serie di dure critiche dei governi e dei media dei Paesi confinanti e anche la Commissione europea, dopo un ricorso dell'Austria, ha chiesto l'introduzione di bollini per periodi più corti, su modello austriaco (10 giorni, un mese ecc.). Lubiana ha sempre respinto le accuse sostenendo che il prezzo fosse uguale per tutti. La lettera pubblicata ora testimonierebbe il contrario.
Il nuovo governo di Borut Pahor, soprattutto dopo le critiche di Bruxelles, ha introdotto da poco nuove tariffe di pedaggio con «vignette» da 15 euro per una settimana, 30 per un mese e 95 per un anno che però, secondo i critici, non rispettano il «metodo proporzionale» consigliato dalla Commissione europea e sono molto più cari che in altri Paesi. Alcune analisi mostrano che gli automobilisti stranieri continuano a pagare un prezzo molto più alto di quelli sloveni.
