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29 set – Presidenza ANVGD: sia corretta la dialettica interna

COMUNICATO DELLA PRESIDENZA NAZIONALE ANVGD

 

Su alcuni organi periodici di Comitati della nostra Associazione e su alcuni siti internet sono comparse notizie del tutto unilaterali circa le vicende che hanno accompagnato il provvedimento di commissariamento del Comitato Provinciale di Milano.

La sede nazionale ha sempre ritenuto che i contrasti interni non dovessero avere risonanze esterne che potessero danneggiare la fiducia negli organi associativi, nazionali e periferici, nella speranza di circoscrivere i conflitti nell’ambito della normale dialettica interna di qualsiasi sodalizio attivo e vivace nelle sue componenti e nella diversità delle opinioni, propria del metodo democratico.

Diventa quindi necessario un chiarimento per consentire un giudizio equilibrato.

 

E’ nota a tutti i nostri dirigenti una innegabile frattura che si è venuta a determinare dall’ultimo congresso nazionale del novembre 2006 tra una maggioranza (che ha eletto in gran parte al Consiglio Nazionale membri di seconda generazione, sotto i cinquant’anni) e i delegati di alcuni comitati, anche importanti, tra i quali alcuni del Comitato di Milano.

Si è venuta a creare una situazione conflittuale, con ripetuti attacchi anche personali contro il presidente e i componenti dell’Esecutivo Nazionale Questi attacchi, amplificati da un uso disinvolto di internet, hanno recato una continua turbativa nella vita associativa, trovando sponda e diffusione negli organi di stampa di altre associazioni di esuli che sono in polemica con la Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati, di cui fanno parte oltre alla ANVGD, l’Associazione delle Comunità Istriane e i Liberi Comuni di Fiume e di Zara-Associazione Dalmati Italiani nel mondo.

Malgrado tali dissensi la Federazione è riuscita a mantenere integra nelle sedi politiche la rappresentanza di tutte le sei associazioni fondatrici della federazione stessa, come testimoniano i ripetuti incontri ufficiali con il Governo e le due riunioni del Tavolo di Coordinamento Governo-Associazioni del 5 febbraio e dell’11 giugno scorso a Palazzo Chigi.

 

La motivazione “politica” del dissenso da parte della “minoranza” interna sarebbe una mancanza di durezza nei rapporti con il Governo e una eccessiva acquiescenza nei suoi confronti. La critica è stata sempre respinta dall’attuale maggioranza nei frequenti consigli nazionali, anche alla luce dei risultati raggiunti anche con le importanti leggi approvate negli ultimi cinque anni e con la larga diffusione delle iniziative in occasione del Giorno del Ricordo – 11 Febbraio. Se il Governo, il Parlamento e i media dimostrano attenzione verso di noi dipende – secondo la maggioranza – proprio dall’equilibrio e dall’intelligenza della strategia bipartisan adottata dalla ANVGD e dalla Federazione. Atteggiamenti estremisti possono ottenere spazi mediatici, ma non servono agli interessi concreti dei nostri iscritti che vogliono risultati tangibili, rapportati alla situazione oggettiva del Paese. Del resto basta la lettura dei verbali delle riunioni del Tavolo di coordinamento per accertarsi che i rappresentati della Federazione e della ANVGD in particolare non sono affatto “morbidi” nelle denunce dei ritardi e delle dimenticanze dei governi.

Per sanare il contrasto interno il presidente nazionale aveva convocato a Milano il 17 gennaio scorso una riunione informale con tre rappresentanti del “dissenso”, a loro scelta, al fine di arrivare al congresso nazionale del prossimo autunno in un clima meno teso, confrontando le idee e non investendo l’onorabilità delle persone.

A questa linea si sono attenuti i dirigenti nazionali, come si evince dai rari comunicati-stampa e dalle lettere inviate agli organi periferici.

 

Tra febbraio e marzo è sopraggiunto un problema con la Regione Lombardia, che nel febbraio 2008 aveva approvato una legge per sostenere le iniziative culturali delle associazioni giuliano-dalmate. La Regione doveva conferire dei premi alle scuole che si fossero occupate di tematiche storiche legate alle vicende recenti e passate dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.

Gli organi competenti della Regione si rivolsero alla presidenza nazionale per avere indicazioni sulle persone da contattare a livello milanese e lombardo e il presidente nazionale indicò i nomi di dirigenti milanesi suggeriti dal vicepresidente Brazzoduro.

Da notare che molte Regioni e molti Comuni hanno previsto iniziative e finanziamenti da destinare alle attività culturali delle nostre associazioni (Regione Liguria, Regione Veneto, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Lazio; Comuni di Trieste, Torino, Venezia, Verona, Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Padova, Udine, Firenze, Bologna, Roma, Napoli, ecc.). Normalmente l’iniziativa e la gestione sono lasciate ai comitati provinciali e, qualora vi sia, alla Consulta Regionale, raccomandando l’obbligo di informarne la sede centrale agli eventuali fini amministrativi e di bilancio (ved. lettere allegate indirizzate specificamente ai comitati della Lombardia).

Solo su richiesta degli Enti locali interviene la presidenza nazionale, come è avvenuto in questo e in altri due casi di urgenza.

 

Questo intervento della presidenza nazionale, legittimo e richiesto dalla stessa Regione, ha suscitato la reazione del presidente della Consulta Regionale della Lombardia e di tre comitati (Brescia, Como e Milano), mentre gli altri tre comitati lombardi (Varese, Bergamo e Cremona) hanno seguito il suggerimento dell’Esecutivo nazionale, partecipando alla premiazione degli studenti e al viaggio di istruzione a Trieste e in Istria organizzati dalla Regione.  

 

Di fronte a questa situazione l’Esecutivo del comitato milanese, retto da una maggioranza avversa alla linea nazionale, è entrato in crisi con le dimissioni del presidente dott. Piero Tarticchio e una spaccatura tra i consiglieri che ha portato ad una sostanziale paralisi.

L’Esecutivo nazionale ha allora deliberato nella seduta del  21 marzo 2009 – lo scioglimento dell’Esecutivo del Comitato di Milano e la nomina di un commissario straordinario, ritenendo sussistere i presupposti previsti dallo Statuto e dal Regolamento per tale misura e ne ha dato mandato per l’esecuzione  – previa richiesta del parere del presidente della Consulta Regionale – al presidente nazionale che, acquisito il parere negativo (non vincolante) del presidente della Consulta predetta, ha provveduto in data 2 aprile con le motivazioni indicate nel provvedimento.

In una riunione a Milano il successivo 23 aprile il commissario nominato Guido Brazzoduro ha tentato nuovamente una composizione bonaria, pregando i membri dissenzienti di regolarizzare o comunque spiegare le situazioni contestate nel provvedimento di scioglimento, senza ottenere alcuna risposta specifica, ma soltanto l’annunzio di un’azione legale qualora non si fosse addivenuti alla revoca o sospensione del provvedimento del 6 aprile.

 

Il Consiglio nazionale, riunito a Padova il 23 maggio scorso, dopo un dibattito di oltre due ore e sentiti i due consiglieri di minoranza presenti, che hanno illustrato la loro posizione, ha ratificato quasi all’unanimità lo scioglimento del Comitato di Milano, non essendo venute meno le ragioni del provvedimento.

Lo stesso Consiglio Nazionale ha pregato il commissario Brazzoduro di proseguire nel tentativo di una rapida soluzione del contenzioso, seguendo il dettato dello Statuto e del Regolamento (verifica delle iscrizioni, convocazione dell’assemblea dei soci, elezione di un nuovo esecutivo provinciale, ecc.) 

 

E’ bene chiarire che – come avviene spesso per altri enti pubblici – il sostegno della Regione Lombardia non consisteva in una erogazione di denaro, ma esclusivamente nell’organizzazione di un’iniziativa a sue spese. Né risulta che la Regione avesse in animo di stanziare somme a favore dei nostri Comitati. E certamente non è stata la Presidenza nazionale a distoglierla da tale eventuale intento. Di qui l’inconsistenza delle accuse di “centralismo” e le gravi insinuazioni con espressioni del tutto fuori luogo in un’associazione come la nostra, dove tutti i dirigenti pagano di persona viaggi e soggiorni senza ricevere emolumenti o rimborsi di alcun genere. Da parte degli organi nazionali non ci si è mai permessi di sollevare dubbi sull’onestà delle persone, malgrado l’acredine delle accuse ricevute. 

 

Dopo il Consiglio Nazionale di Padova del 23 maggio l’ANVGD nazionale riceveva la citazione davanti al Tribunale Civile di Roma ai sensi del procedimento cautelare ante causam da parte del Signor Sergio Trevisan, in proprio e in nome del Comitato Provinciale di Milano, con ricorso che era già stato depositato il 18 maggio precedente

Il procedimento davanti al Tribunale di Roma III Sezione Civile si è svolto in due udienze, alle quali era presente per l’ANVGD il presidente nazionale, che è stato sentito dal Giudice, il quale, – alla luce delle memorie presentate dalle parti si è riservato di decidere – emettendo sentenza il 30 giugno 2009 con la quale ha rigettato l’istanza cautelare così come proposta.

Nella sentenza si legge riguardo al ricorso presentato da Sergio Trevisan a nome del Comitato Provinciale ANVGD di Milano che tale Comitato, “in quanto non qualificabile come autonomo soggetto di diritto distinto da ANVGD…nel caso concreto è privo di capacità processuale ai sensi dell’art. 75, primo e terzo comma del codice di procedura civile”. Infatti si spiega che “il contenuto delle citate clausole statutarie sembra quindi evidenziare con alquanta chiarezza che il “comitato provinciale” dell’associazione non è autonoma associazione (non riconosciuta) ma… è un’articolazione meramente interna, un ufficio, dell’ente dotato di personalità giuridica”.

Essenziale ai fini di questa valutazione del Tribunale è l’avvenuto riconoscimento della ANVGD con decreto governativo del 14 novembre 2002, che ha conferito all’associazione personalità giuridica.

Riguardo invece al ricorso presentato dal consigliere nazionale Trevisan a titolo personale il Tribunale ha ritenuto non sussistere i presupposti processuali per l’azione cautelare così come proposta, per una serie di argomentazioni in diritto basate sulla giurisprudenza e la dottrina formatesi sul punto.

La decisione del Tribunale riflette la situazione attuale della nostra associazione. Come ben sanno i dirigenti meno giovani, storicamente i comitati hanno avuto larga autonomia amministrativa e patrimoniale. Negli ultimi anni però, a seguito del riconoscimento giuridico dell’Associazione a livello nazionale, si è reso necessario un maggior controllo da parte della sede centrale. Sul piano amministrativo ad esempio è stata emanata la Circolare del 16 dicembre 2008, suggerita dal Collegio dei Revisori dei Conti e su mandato del Consiglio Nazionale del 29 novembre 2008, per uniformare i bilanci, che è stata portata a conoscenza di tutti gli organi periferici.

La sentenza del Tribunale ha quindi confermato le valutazioni e le direttive del Consiglio Nazionale per garantire un minimo di coordinamento nelle iniziative e nell’amministrazione dei Comitati, senza lederne la libertà di indirizzo. 

La Presidenza nazionale ANVGD

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