maldobrie

27 nov – Le Maldobrie ora anche in fumetto

Se dovessimo introdurre qualcuno nel mondo giuliano – dalmata potremmo sicuramente farlo in molti modi. Potremmo discutere per via dicotomica tra i grandi del passato e le tragedie più recenti, guardare alle istituzioni che regolano la vita delle famiglie degli esuli e conoscere per approfondire la vita delle comunità italiane. E proseguendo un  po’ per esclusione ed un po’ per integrazione argomentativa potremmo arrivare ad una linea di sapere almeno omologata. La dimensione che tuttavia avvicina e si allontana da inutili, oggi, questioni semplicemente politiche è quella delle Maldobrie, da ieri anche in fumetto. Grandi e piccoli, chi è se andò e chi rimase, chi dalmata, chi abitante in quartiere Romana a Monfalcone e chi a Torino, chi in Canada e chi in Australia, tutti possono dire di aver sentito, letto o più normalmente sentitone parlare. Il lavoro di Carpinteri e Faraguna da ieri è sceneggiato in un’opera a fumetti disegnata abilmente dal triestino Walter Chendi, presentata alla Libreria Minerva, prezzo 14 euro. Sorprende, ma neanche tanto, il fatto che si ritorni a parlare di Maldobrie, in un momento in cui il mondo dell’associazionismo istriano e dalmata vive particolarità decisamente mai affrontate. Perché è la medicina di questo nostro mondo, è la panacea di tutti i mali, è la voce di sior Bortolo e di siora Nina, “el sol che magna le ore”, le battute continue, il ricordo delle voci alla radio del programma El Campanon, il pensiero che tutte le vicende di questo pilastro della cultura istriana siano collegate – e lo sono – al mondo di quell’Adriatico che si definisce orientale.

Il fatto è che Le Maldobrie sono triestine, e molte ambientazioni ugualmente lo sono. Ma sono anche quasi 160 racconti, a volte lunghi a volte brevi. Ma contemporaneamente sono figlie di quel mare che ha unito più che dividere, del passato che tanti ricordano, alimentando il mito sempre verde ma non sempre reale, di quel paese ordinato che era l’Austria.

Walter Chendi attraverso i suoi disegni ha contribuito a cesellare un passaggio necessario per la cultura di questo mondo, che è quello che lega la dimensione letteraria alla dimensione del sorriso. C’era già stato in verità anni fa qualcuno che aveva pensato al fumetto come veicolo per alimentare il nostro mondo. La Storia dell’Istria a fumetti a cura del Circolo Istria era stato un esperimento che aveva ottenuto un buon risultato. Oggi Walter Chendi ha il pregio di aver continuato su questo percorso, la direzione del disegno a guisa di un piacere intelligente, di un dimenticarsi gli eventi drastici, i temi dell’abbandono e dell’attesa. “Un lavoro che è durato quasi un anno, ma un lavoro”  a detta dell’artista “ che mi ha sorriso, perché son le stesse storie a farti sorridere”. “Non è stato faticoso lavorare su Le Maldobrie  perché è opera che avevo sfogliato, letto in passato. Sapevo di cosa parlavano, riconoscevo le ambientazioni. Ho dovuto però ricercare fotografie vecchie antecedenti alla prima guerra, banconote, vecchi giornali. Il fumetto nella storia è anche e soprattutto ricerca”.

Così da oggi i personaggi sono sotto gli occhi di tutti. E sior Bortolo e siora Nina vivono ancora.

Nicolò Giraldi su www.arcipelagoadriatico.it

 

 

 

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