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26 nov – Esuli e sloveni, una via aperta

di LIVIO SEMOLICV * su Il Piccolo del 26 novembre 2009

Le due maggiori associazioni degli esuli, la Anvgd (Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), e degli sloveni in Italia, la Skgz (Unione culturale economica slovena), hanno iniziato un percorso di dialogo e collaborazione sfociato, con l’importante contributo del Piccolo, nella recente iniziativa ”La caduta dei muri”, presenti Jas Gawronski e Demetrio Volcic.

La ricorrenza simbolica ha rappresentato un ulteriore motivo per avvicinare le due comunità e così togliere forse l'ultimo alibi a Gorizia, a Trieste, alla nostra regione per un certo immobilismo basato sulle contrapposizioni etnico-ideologiche.

Con la necessaria determinazione e la forza della ragione, le due associazioni hanno voluto tagliare quel cordone ombelicale con la conflittualità del passato, che ha più volte rischiato di soffocare la debole creatura, ”la società di confine”, dilaniata dalla molteplici violenze subite nella prima metà del secolo breve. La stessa società poi vittima di tutte quelle forze politiche che hanno inseguito il facile consenso elettorale sulla demagogia della contrapposizione. Tutto ciò rimbombava tanto più nelle orecchie di quelli che si sono sempre sentiti le vittime principali dei conflitti e delle violenze: la comunità slovena e quella esule. Entrambe tanto convinte delle proprie ragioni e dei torti subiti, quanto pronte a negare le ragioni dell'altro.

Certamente ci sono stati vari segnali di apertura in particolare negli ultimi anni, ma non si è avuto mai il coraggio istituzionale di fare il passo decisivo: pensare prima ai sentimenti ed alle ragioni dell'altro e poi alle proprie, entrare nella dimensione del dolore altrui per poter poi esprimere il proprio. Tutto ciò che ha diviso per mezzo secolo una buona parte delle due comunità, oggi può unire.

Siamo oggi pienamente consapevoli di poter ridare a queste terre, storicamente plurilingui (il Friuli Venezia Giulia e l'Istria in particolare), la piena dignità del rispetto reciproco, nella convinzione che la valorizzazione degli uni non comporta la prevaricazione sugli altri. Probabilmente il ruolo degli esuli sta oggi cambiando: da quella che era la forte volontà di testimonianza a un'azione più diretta nel rigenerare la presenza culturale italiana nei luoghi natii, in piena sinergia con l'Unione italiana.

Così anche la comunità slovena in Italia sta cercando di svolgere appieno la missione determinata dalla nuova configurazione geopolitica dopo la caduta dei confini: un continuum tra lo stato italiano e quello sloveno o meglio un potenziale ammortizzatore interstatale. La comunità slovena e in particolare la Skgz, convinta sostenitrice della piena collaborazione tra i due stati contermini, ritiene di poter svolgere ancor meglio quel ruolo di cerniera e collegamento tra le due entità statali. Tanto più oggi, nel momento delle grandi scelte strategiche, che andranno a determinare lo scenario futuro dell'area euro-regionale: possibile snodo nel campo economico, energetico ed infrastrutturale o periferia marginale dei grandi crocevia Est-Ovest e Nord-Sud.

Naturalmente quanto più importanti sono le scelte, tanto maggiori sono le tensioni. E gli ultimi episodi sono solo l'ennesima conferma delle difficoltà nel trovare un accordo tra l'Italia e la Slovenia sulle questioni fondamentali messe sul tavolo delle trattative. Sarebbe quindi forse lungimirante cogliere l'opportunità data dalla doppia sensibilità che caratterizza il nostro agire di sloveni-cittadini italiani, legati in modo convinto al doppio destino. Opportunità che potrebbe derivare solamente dalla valorizzazione del nostro ruolo e delle nostre peculiarità, non certamente dalla marginalizzazione coatta, dettata dall'asfissia finanziaria cui la nostra realtà minoritaria è destinata, dopo le recenti decisioni a livello regionale e nazionale.

La Slovenia è giustamente molto sensibile alle questioni attinenti la comunità slovena in Italia, così come altrettanto giustamente lo è l'Italia nei confronti della propria comunità in Slovenia. E quanto migliore è lo stato di salute delle due minoranze, tanto più proficui sono i rapporti istituzionali tra i due paesi. Forse sarebbe opportuno cogliere meglio questo particolare aspetto, che può veramente risultare determinante in questa fase molto delicata di ipersensibilità diplomatica.

La Anvgd e la Skgz hanno dimostrato che il rispetto, la determinazione ed in particolare la ragione riescono a rimuovere qualsiasi ostacolo e ciò auspico possa accadere anche nei rapporti bilaterali tra Italia e Slovenia, al fine di trovare le migliori soluzioni per il futuro di queste terre.

Anche in questo caso noi siamo a disposizione.

Livio Semolicv
* segretario regionale Skgz Unione culturale economica slovena

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