monpartprimaporta1

26 ago – Lo sapevate? A Roma il monumento ai partigiani titini

Roma, Cimitero di Prima Porta. Il 22 settembre 1978 veniva inaugurato il monumento/cripta ai partigiani jugoslavi, alla presenza del Sottosegretario italiano alla Difesa, poco dopo Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, Francesco Mazzola (DC) e del membro del Consiglio Esecutivo Federale jugoslavo, Milan Vukosavic. Secondo quanto risulta, negli anni Settanta le autorità jugoslave si attivarono perché venissero costruiti alcuni sacrari in cui fossero raccolte le spoglie dei partigiani caduti sul territorio italiano dopo l’8 settembre. Il monumento di Roma è uno di questi, tra i più “importanti” insieme con quelli di Sansepolcro (Arezzo), e di Barletta. Gli anni Settanta, come noto, sono quelli del trattato di Osimo, con il quale si definiva tutta una serie di accordi con la Repubblica federativa. Ma il 1978 è anche l’anno tragico del sequestro Moro. Ebbene, quel che segue sembra materia di un intrigo con tanto di romanzo scritto realmente: ma le ombre delle vittime innocenti degli eccidi jugoslavi in Istria, Quarnero e Dalmazia non ebbero una menzione di pietà, come si vedrà leggendo il documento che segue.

Ora, l’ex Sottosegretario pubblicava nel 1985, in forma anonima per i tipi dell’editore Rusconi, il suo libro "I giorni del diluvio", romanzo che narrava del rapimento Moro, delle Brigate Rosse, dei rapporti internazionali  e dei servizi segreti: andò esaurito in pochi giorni e non fu ristampato. Nel 2007, l’esponente politico lo ha ripubblicato con l’editore Nino Aragno, e questa volta “in chiaro”. Nel suo libro si legge del tentativo di liberare alcuni terroristi in mano a Tito in cambio della liberazione del politico democristiano. Lo stesso Tito, al cui personaggio l’autore dà un altro nome, fa da mediatore in vista di un incontro tra un rappresentante italiano ed uno delle Brigate Rosse, in un Paese arabo. Nelle interviste concesse a diversi media in quel 2007, Mazzola dichiarava che nel romanzo v’è un 75% di immaginazione ed un 25% di verità, assicurando al contempo che sempre di ipotesi si tratta.

Ora, se vi sia un qualche ipotetico nesso tra tutti questi momenti e monumenti, non sappiamo, ma rinveniamo il testo del discorso tenuto nel 1978 a Prima Porta dall’allora Sottosegretario Mazzola e lo pubblichiamo, senza commenti.

La Redazione del sito

"Mi è gradito porgere a nome del Governo Italiano che ho qui l’onore di rappresentare, il mio più fervido saluto ed il ringraziamento per la vostra cortese e gradita partecipazione.

Con questa cerimonia noi vogliamo ricordare con umana e religiosa pietà i giovani Jugoslavi che con spirito di abnegazione e di sacrificio diedero la loro vita per un ideale di libertà e di  giustizia che li accomunava con i partigiani e il popolo italiano nella lotta alla dittatura fascista ed ai suoi alleati nazisti.

Una lotta che vide, nel quadro delle vicende dell’ultima guerra mondiale, i popoli dell’Europa  conquistata ed asservita dai nazisti ritrovare nella Resistenza  la loro coscienza democratica e porre le basi per un futuro di libertà.

Dinanzi a questo sacrario vogliamo riconfermare gli ottimi rapporti di amicizia e di cooperazione fra l’Italia e la Jugoslavia recentemente ribaditi con la ratifica del trattato di Osimo diretto a raggiungere l’obbiettivo di un costante consolidamento di questi rapporti in funzione di un rinnovato e crescente progresso economico, sociale e civile dei nostri Paesi.

L’Italia e la Jugoslavia, pur nel rispetto delle diversificate posizioni che assumono nel quadro delle alleanze internazionali, hanno in comune l’interesse per il mantenimento della pace, per la libertà dei popoli, per un avvenire di maggiore e più equilibrato benessere economico e sociale.

Fra i popoli del Mediterraneo, ed in particolare fra l’Italia e 1a Jugoslavia che su sponde opposte si affacciano sul Mare Adriatico devono esistere, ed esistono, rapporti di reciproco rispetto e reciproca fiducia che per noi sono importanti e che vogliamo coltivare e rafforzare in funzione degli interessi comuni ai quali ho fatto riferimento.

Con questi sentimenti noi ci inchiniamo reverenti e commossi di fronte ai resti mortali dei combattenti Jugoslavi caduti per la nostra liberà e che stanno per trovare finalmente una degna sepoltura in questa Cripta nella quale verranno gelosamente custoditi: possa il loro sacrificio servire di esempio a tutti noi, alle giovani generazioni soprattutto, perché imparino sempre più ad apprezzare il valore supremo della libertà ed a comprendere la necessità che accanto ai diritti che debbono essere a tutti riconosciuti e che è compito delle istituzioni democratiche garantire per tutti, ci sia un giusto riconoscimento dei doveri che ogni cittadino ha nei confronti degli altri, del suo Paese, della intera umanità.

Questi caduti hanno dimostrato di avere un alto senso del dovere, sacrificando ad esso la loro stessa vita.

Noi, nel momento in cui li ricordiamo con commossa gratitudine, li accomuniamo nel ricordo a tutti coloro che, in ogni tempo e circostanza, hanno fatto olocausto della vita nell’adempimento del dovere; di fronte a loro assumiamo un solenne impegno di operare perché il  loro sacrificio non sia stato vano e quindi perché il popolo italiano e il popolo jugoslavo vivano una lunga stagione di amicizia e di fratellanza nella libertà, nell’indipendenza, nella crescita civile, economica e sociale, nella pace."

 

(due immagini del monumento ai partigiani titini nel cimitero romano di Prima Porta)

 

 

monpartprimaporta1bis

 

 

(un momento della cerimonia d'inaugurazione del 1978, alla presenza del sottosegretario Mazzola)

 

monpartprimaporta2inaug1978

 

 

(gli elenchi incisi nel monumento: il primo indica i partigiani titini caduti, il secondo quelli scomparsi)

 

monpartprimaportacaduti

 

 

monpartprimaportascomparsi

 

 

 

 

 

 

 

 

(immagini cnj.it)

 

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.