Giampaolo Crepaldi, nominato vescovo di Trieste sabato 4 luglio da Papa Ratzinger, farà il suo ingresso ufficiale nella diocesi domenica 4 ottobre.
La data è stata stabilita di comune accordo con il presule uscente Eugenio Ravignani. «Abbiamo scelto quella giornata per tutta una serie di esigenze convergenti. Tra l’altro sarà anche la ricorrenza di San Francesco, patrono d’Italia», ricorda Crepaldi. «E corrisponderà al primo anniversario della beatificazione di don Francesco Bonifacio», aggiunge Ravignani.
Nel pomeriggio del 4 ottobre la cattedrale di San Giusto ospiterà la solenne celebrazione che vedrà lo scambio simbolico del pastorale tra il vescovo che ha retto la diocesi dal 1997 e il nuovo presule al quale Benedetto XVI, all’atto della nomina, ha conferito il titolo ad personam di arcivescovo.
Tutti da definire i dettagli dell’ingresso che Crepaldi farà in Trieste. Il presule potrebbe volere entrare in città il giorno stesso dell’insediamento – così come scelse di fare lo stesso Ravignani – e in questo caso verrebbe atteso dalle autorità nei pressi della galleria naturale sulla Costiera, al confine diocesano. Crepaldi potrebbe però anche preferire arrivare a Trieste, nella casa vescovile di via di Cavana, fin dal giorno precedente. Dell’organizzazione della giornata, ad ogni modo, si occuperà un comitato che verrà costituito da parte della Curia nei prossimi giorni.
Nel frattempo il nuovo vescovo ha anche già pensato al proprio stemma, come racconta lui stesso dal Vaticano: «Ho dovuto cambiare quello che avevo in precedenza vista la nomina, e ho pensato di inserirci l’alabarda», il simbolo di Trieste custodito nel Tesoro della cattedrale.
Nato a Pettorazza (in provincia di Rovigo) nel 1947, sacerdote dal 1971, ordinato vescovo da Giovanni Paolo II, in servizio fin dal 1994 alla Santa sede dove ha ricoperto l’incarico di segretario del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, Crepaldi – laurea in filosofia, dottorato in teologia e licenza in diritto canonico – è stato nominato alla guida della diocesi di Trieste dopo un lungo periodo di attesa. Risalgono infatti al 30 dicembre del 2007 le dimissioni che Ravignani aveva presentato al Vaticano per raggiunti limiti di età. L’allungarsi dei tempi è stato causato anche dal lavoro che Crepaldi ha dovuto portare a termine da ultimo in Vaticano, dove è stato impegnato nella redazione dell’enciclica papale.
Dallo scorso 4 luglio e fino all’insediamento di Crepaldi nella diocesi triestina, il vescovo Eugenio mantiene l’incarico di amministratore apostolico della diocesi, con gli stessi poteri fin qui detenuti e con al suo fianco i quattro vicari che egli stesso ha riconfermato fino a ottobre.
(p.b. su Il Piccolo del 25 luglio 2009)