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24 feb – Onorificenze: Polesani prendono distanze da Lacota

La questione era nata pochi giorni prima del 10 febbraio: l'Unione degli Istriani aveva annunciato a sorpresa che sarebbe stata assente dalla cerimonia ufficiale del Quirinale se la Presidenza della Repubblica non avesse provveduto immediatamente a revocare le onorificenze concesse a suo tempo a Tito e ai suoi luogotenenti, così come fatto per Callisto Tanzi, ex patron di Parmalat. 

Posizioni differenziate erano già emerse nel mondo dell'Esodo, non tanto per la richiesta in sé, quanto per il diktat intimatorio a ridosso del Giorno del Ricordo.

Anche il Direttivo del Libero Comune di Pola, tradizionalmente vicino alle posizioni del presidente dell'UdI Lacota, ne prende ora le distanze sulle pagine dell'ultimo numero de L'Arena di Pola e "ritiene giustificata e condivisibile la richiesta di revoca delle onorificenze a suo tempo concesse a Tito e ad altri esponenti del suo regime", ma "reputa improponibile porre sullo stesso piano un fatto di ordinaria criminalità amministrativa interna (caso Tanzi) ed uno di eccezionale criminalità politico-ideologica internazionale (caso Tito)".

Il Direttivo dei Polesani ritiene inopportuni anche i tempi della richiesta, pur definiendola legittima, "perché giudica controproducente che nell'unico momento dell'anno in cui i riflettori della Nazione sono positivamente accesi sulle vicende che ci riguardano si scada in sterili 'barufe chiozote' che, oltre a dare di noi tutti una pessima immagine e recarci danno, appaiono, nello specificio, foriere di provocare ulteriori operazioni di contro memoria".

Un appunto dell'assise del Libero Comune di Pola arriva anche sulla modalità della richiesta avanzata dall'Unione degli Istriani, "perché, in coerenza con la sua linea di costruttiva moderazione, è contraria che si avanzino richieste di comune interesse di tutti gli esuli in maniera ultimativa o ricattatoria".

I Polesani precisano inoltre che il loro sodalizio "intende contribuire a sviluppare il cosiddetto 'spirito di Trieste', perché sostanzialmente in linea con i tempi", pur aggiungendo che la "svolta epocale" con Slovenia e Croazia è "ancora lontana dall'essere reale".

© ANVGD

 

 

 

 

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