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23 lug – La Foiba di Monrupino prigioniera del degrado

di Riccardo Tosques su Il Piccolo del 23 luglio 2010

OPICINA (Trieste) – Erbacce che crescono rigogliose, il sentiero d’accesso accidentato e la scritta in memoria dei caduti che cade a pezzi. La Foiba 149 di Opicina (conosciuta anche come “di Monrupino”) è letteralmente abbandonata a se stessa. Collocato nel comune di Trieste a pochi metri dall’inizio del territorio di Monrupino, il sito, da sempre considerato uno dei tanti luoghi simbolo delle sofferenze che si sono abbattute sul territorio provinciale nel corso del XX secolo, tanto da essere scelto come una delle mete canoniche durante le cerimonie istituzionali in memoria dei caduti, appare attualmente in condizioni pessime. Già l’accesso, indicato da un piccolo cartello sulla strada provinciale, è caratterizzato da un sentiero sterrato pieno di buche che con la pioggia diventano un vero e proprio percorso minato. Oltrepassata la cabina del gas metano dell’AcegasAps che certo non rende una grande solennità all’area, si arriva all’indicazione del monumento con tanto di bandiera tricolore. Il vialetto in ghiaia che conduce alla Foiba è già invaso dal verde che però cresce ancora più selvaggiamente sulla copertura della cavità carsica ricoperta sul lato destro da un gran numero di pigne.

Ma ciò che desta più scalpore sono le condizioni della scritta posta su due righe alla base della copertura della Foiba: «Il loro sacrificio ricordi agli uomini la via della giustizia e dell’amore sulle quali fiorisce la vera pace». Le lettere che mancano all’appello sono diverse e la parola più storpiata è proprio l’ultima, vale a dire “pace”, di cui rimangono solo gli estremi: la prima e l’ultima lettera. Da capire ora chi dovrebbe occuparsi della manutenzione sia del sito che del suo accesso.

Un cartello a pochi passi dalla Foiba ricorda l’indicazione del toponimo originario dell’area – Bršljanovca – evidenziando che la zona è di proprietà della Comunella Vicinia di Opicina. Nell’agosto del 2004 però il cippo della Foiba, dopo essere stato lordato con della vernice rossa, venne ripulito dal personale dei Civici musei di Storia e Arte, peraltro dopo regolare denuncia ai carabinieri. Negli ultimi anni il luogo è stato oggetto di almeno altre due azioni vandaliche: nel luglio del 2003 venne imbrattato con simboli come la falce e martello, mentre nell’ottobre 2006 comparve la scritta Ozna accompagnata da una grossa stella e dalla falce e martello dipinti con vernice nera.

 

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