L'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia interviene oggi sul caso delle strade italiane intitolate all'allora capo di stato jugoslavo Tito. In una comunicazione indirizzata a tutti i 12 Sindaci e Presidenti dei Consigli comunali italiani, nella cui toponomastica compare il mandante della morte e delle sofferenze di tanti italiani, la Segreteria nazionale ANVGD sottolinea come tale presenza sia "in contrasto con tutta la storiografia contemporanea che, sia in Italia che nelle repubbliche della ex Jugoslavia, identifica oggi l’ex capo di stato come il mandante delle più efferate stragi di decine di migliaia di suoi concittadini, oltre al massacro di migliaia di civili italiani inermi, conclusosi con l’esodo da quelle terre di 350.000 connazionali".
Facendo riferimento alla legge istitutiva del Giorno del Ricordo, votata nel 2004 da tutti gli schieramenti politici, l'Associazione chiede che ogni Comune provveda ad una "riparazione nei confronti di una comunità che, a sessant'anni di distanza da quegli eventi, soffre ancora i patimenti dell'oblio".
Per l'occasione l'ANVGD offre la sua collaborazione "nei confronti di una operazione di giustizia che i nostri rappresentati, quantomeno in rispetto delle loro sofferenze, meritano ed attendono."
Ricordiamo che le dodici città italiane in cui Josip Borz, meglio conosciuto come il Maresciallo Tito, troneggia sulle tabelle stradali sono: Nuoro, Parma, Reggio Emilia, Aci Sant'Antonio (Catania), Campegine (Reggio Emilia), Cornaredo (Milano), Palma di Montechiaro (Agrigento), Parete (Caserta), Quattro Castella (Reggio Emilia), Scampitella (Avellino), Ussana (Cagliari), Verzino (Crotone).