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22 gen – 50 milioni agli Esuli dalla Libia, a noi solo tagli

Una «pietra sopra» il passato dopo quindici anni di trattative condotte da diversi governi: a questo serve il Trattato di amicizia, partenariato e collaborazione tra Italia e Libia a suo tempo firmato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal leader libico Gheddafi la cui ratifica è stata approvata dalla Camera. Ora passa al Senato. L'Accordo, firmato a Bengasi il 30 agosto 2008 pone fine al contenzioso tra Italia e Libia derivante dall'epoca coloniale e pone le basi per nuove relazioni tra i due Paesi. Roma e Tripoli si impegnano al rispetto della legalità internazionale nel quadro della centralità dell'Onu. I due Paesi si impegnano poi a non usare il proprio territorio in attività ostili verso l'altra parte. Viene ribadito l'impegno al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonchè quello alla soluzione pacifica delle eventuali controversie. L'Italia si impegna a realizzare in Libia progetti infrastrutturali sulla base delle proposte avanzate da quest'ultima, con un limite massimo di spesa complessiva di 5 miliardi di dollari in venti anni. I fondi saranno gestiti dall'Italia, mentre la Libia renderà disponibili i terreni e agevolerà le imprese esecutrici dei lavori.

Il governo italiano pagherà 50 milioni nel triennio 2009-2011 ai cittadini ed agli enti italiani presenti in Libia prima del 1971, quando sono stati espulsi dal regime di Gheddafi. Un partenariato bilaterale adotterà i provvedimenti necessari all'attuazione degli impegni previsti dal Trattato.

Ma è proprio l’indennizzo degli esuli che fa discutere. «In Istria e Dalmazia non c’è il petrolio, ma da lì la nostra gente se n’è dovuta andare esule almeno come quella che ha lasciato la Libia: non bisogna dimenticarsene», ha detto il deputato triestino del Pd Ettore Rosato intervenendo ieri in aula in sede di ratifica del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia. Rosato, che ha ricordato il taglio di 30 milioni di euro subito in finanziaria dal fondo per gli indennizzi agli esuli, ha detto di sperare che «il governo vorrà trovare i fondi anche per gli esuli istriani, fiumani e dalmati, portando così a termine l’impegno che si è ripetutamente preso verso quelle popolazioni, sulle cui spalle è ricaduto il peso più duro della sconfitta nella seconda guerra mondiale».

«Come deputato della Venezia Giulia – ha affermato l’onorevole leghista Massimiliano Fedriga – sono intervenuto in aula poichè ho ritenuto doveroso ricordare al governo la disparità di trattamento subita dagli esuli istriani, fiumani e dalmati, cacciati non da una colonia ma da terre di millenaria presenza, molti di loro ancora attendenti un equo indennizzo a oltre sessant'anni di distanza. Non possono esistere esuli di serie A e di serie B, le tragedie della storia sono pari nel loro dolore, specie quando investono gli innocenti».

(fonte Il Piccolo)

 

 

 

(l'incontro Gheddafi-Berlusconi che ha determinato gli ultimi sviluppi economici per gli italiani Esuli dalla Libia)

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