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21 gen – Botta e risposta sulle opere prelevate nel ’41 in Istria

L’Unione degli istriani contro il presidente sloveno Danilo Türk. Nel corso della sua recente visita ufficiale in Italia, il capo di Stato della Slovenia, avrebbe chiesto «la restituzione delle opere d’arte contese, che sono state prelevate nel 1941 ai sensi di una precisa legge dello Stato a fini cautelativi da palazzi e chiese di Pirano e Capodistria, per essere traslate in posti sicuri da potenziali distruzioni belliche e solo recentemente riscoperte. E poi la richiesta dell’applicazione del bilinguismo integrale a Trieste e nelle città della regione dove vive la minoranza slovena». Lo rileva in una nota l’Unione degli istriani che cita come fonti le «agenzie stampa slovene», i «principali quotidiani d’oltreconfine» e il «sito ufficiale della presidenza slovena». Il presidente Massimiliano Lacota tuona: «Si tratta di richieste inaccettabili proprio alla luce dello spirito di riconciliazione che doveva animare, come auspicato dal presidente Napolitano, la prima visita ufficiale di un presidente della repubblica da quando la Slovenia è diventata indipendente». Lacota annuncia di aver chiesto spiegazioni al presidente della Regione Tondo, chiedendo un appuntamento urgente. Identica la richiesta inviata al sottosegretario agli Affari esteri, Alfredo Mantica. Da cui è giunta, immediata, una risposta sul tema: «Non è vero che Türk ha richiesto le opere. Ha posto il problema e il governo italiano ha risposto che molto non appartiene allo Stato, ma a francescani e antoniani di Padova. Stiamo valutando l’opportunità, se del caso, di organizzare una mostra». La questione, spiega Mantica, sta «nella carenza del diritto internazionale in tema di salvaguardia delle opere. Cioè, se un procuratore di Lubiana le chiede, se le prende». Alla fine, dunque, il governo «ha dovuto valutare questa posizione. Ma non c’è la voglia di rincorrerla», conclude il sottosegretario.

Sul tema, dura la presa di posizione del deputato di Fli Roberto Menia: «Si tratta di opere appartenenti al patrimonio artistico italiano. Sarebbe, infatti, molto difficile sostenere che siano sloveni Piepolo, Carpaccio o Alvise Vivarini. Sono state spostate nel 1941 per preservarle dalla guerra in altre parti del territorio nazionale. Presenteremo – aggiunge Menia – un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro degli Esteri Franco Frattini per evitare il loro spostamento».

In Regione, Alessia Rosolen, consigliere regionale del Gruppo Misto, ha presentato un’interrogazione con cui chiede al presidente Renzo Tondo «quali siano stati i reali contenuti degli incontri svoltisi a Roma durante la visita del presidente sloveno Danilo Türk». In particolare Rosolen vuole sapere «se corrisponde al vero quanto riportato dalla stampa slovena e dal sito della Presidenza della Repubblica slovena in merito alle richieste di restituzione delle opere d’arte istriane attualmente conservate a Trieste».

Preoccupato e infastidito il direttore dell’Istituto regionale della cultura istriana, fiumana e dalmata Piero Delbello: «Se i quadri dovessero prendere la via ingiustificabile di Lubiana faremo barricate. Dovranno passare sul mio corpo. Su che base legale avverrebbe? Non hanno nessun titolo e nessun diritto».

da Il Piccolo del 21 gennaio 2011

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