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20 set – Fini: sarà festa a Pola

Sara' festa, domani, a Pola. Almeno nella 'Pola italiana', pronta a rendere omaggio a Gianfranco Fini, il primo presidente della Camera a far visita ai nostri connazionali rimasti nella citta' istriana, dopo l'occupazione della Jugoslavia, al termine della Seconda guerra mondiale. ''Sara' un incontro storico – sottolinea all'Asca il deputato della minoranza italiana nel Parlamento croato, Furio Radin – che va a rafforzare il naturale legame tra l'Italia e i cosiddetti 'rimasti''', dopo cinquant'anni di colpevole indifferenza da parte di Roma per la sorte degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia.

Una visita che si riempie ancor piu' di significato, visto il passato 'missino' della terza carica dello Stato. ''Le posizioni assunte da Fini in passato non contano'', chiarisce Radin, polesano doc, che aggiunge: ''Noi italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia siamo felici di ospitare per la prima volta, nella nostra comunita' di Pola, il presidente della Camera''.

''Abbiamo bisogno di questi gesti simbolici – prosegue il deputato della minoranza italiana al Sabor -. Il nostro Paese dovrebbe capire fino in fondo che, se in questi territori si parla ancora italiano, se e' sopravvissuta la nostra cultura e la nostra storia, e' perche' siamo rimasti qui, a casa nostra, nonostante tutto, dopo la fine della guerra. La nostra realta' e' importantissima per Roma, perche' rappresentiamo un ponte con questa Regione, dove l'Italia storicamente coltiva interessi politici ed economici assolutamente strategici''.

Dopo gli anni bui del dopoguerra, quando i 'rimasti' italiani furono oggetto di persecuzioni e discriminazioni da parte del regime di Tito, ritrovandosi dopo pochi anni stranieri a casa propria, oggi la numerosa comunita' degli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia gode di ampi diritti politici e civili. Come minoranza autoctona, gli italiani hanno un deputato sia nel Parlamento croato che in quello sloveno. Gran parte dell'Istria oggi e' per statuto bilingue. Dopo la morte del presidente Franjo Tudman, nel 1999, e il tramonto delle spinte nazionaliste croate, la nostra comunita' ha vissuto una vera e propria primavera. I diritti garantiti dalla costituzione della Croazia, in corsa per diventare il 28esimo membro dell'Ue, hanno permesso il rifiorire dell'antica cultura italiana nei principali centri dell'Istria e del Quarnaro, con giornali, luoghi di ritrovo e centinaia di studenti che frequentano scuole e asili italiani. Non mancano picchi di eccellenza, come il Centro studi e ricerche di Rovigno.

''Dal 2000 ad oggi, dalla fine cioe' dell'era Tudman – spiega ancora Radin – e' iniziata un'atmosfera nuova in Croazia in termini di diritti umani e delle minoranza. Sono stati fatti passi in avanti enormi, come l'approvazione del doppio voto – politico ed etnico – e il bilinguismo. C'e' pero' ancora tanta strada da fare, soprattutto a Fiume e in modo particolare a Zara, dove l'amministrazione locale si oppone alle nostre iniziative, rifiutando ogni dialogo sul bilinguismo''.

L'Italia ormai da anni sostiene con forza la nostra comunita', come conferma il deputato: ''L'aiuto finanziario di Roma e' ed e' stato fondamentale per dar luogo a tantissime iniziative culturali, economiche e storiche a salvaguardia della cultura e della storia del nostro Paese in queste terre''. Restano, ovviamente, problemi da risolvere, come ''l'eccessiva burocrazia'', che ''rallenta in modo drammatico la realizzazione dei progetti'', e le complesse procedure per l'ottenimento della cittadinanza italiana. Questioni che saranno sicuramente al centro dell'incontro di domani tra Fini e la nostra comunita' a Pola, che chiede ormai da tempo al Parlamento italiano l'approvazione di una legge permanente o quadro a favore degli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, che oggi invece gode di una normativa triennale, riguardante esclusivamente gli aspetti finanziari.

''Siamo l'unica minoranza italiana autoctona all'estero – conclude Radin -. Le altre sono comunita' di immigrati. Per questa e per le ragioni storiche che ci uniscono alla madrepatria vogliamo essere sempre piu' per l'Italia una risorsa e non semplici assistiti''.

jan/sam/rob su Asca del 20 settembre 2010

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